Essere o non essere

una parrucca è una parrucca...e un saccente un saccente


G. "Buongiooorno!"Bestia "Ciao Gabry...sempre allegra...beata te..."G. "beh sempre no...diciamo che cerco di affrontare la vita con filosofia"Bestia "ora aspetti le scuole per le visite?"G. "si...spero siano ragazzi tranquilli"Bestia "ci vediamo in giro..."G. "certo a dopo"Passano alcune ore e mentre G. si fa un mazzo così....tra orde barbariche di ragazzini con un tasso di adrenalina pari a quello di uno stallone da monta dopato....giunge Bestia...Bestia si ferma a controllare in maniera più che evidente l'operato di G....con un'aria mista tra saccenza, curiosità, piglio "indaghereccio" ....Al termine della battaglia ...dove G. ovviamente soccombe impunemente....Bestia si avvicina e dice " senti...volevo dirti una cosa...quando parlavi del Naoforo Farnese (reperto egizio) hai detto che il prsonaggio portava una parrucca a borsa...ma hai sbagliato...gentilmente stai più attenta..."G. con aria tra l'incuriosito e l'ironico..."davvero? e cosa ho sbagliato?"Bestia:" non portava una "parrucca" ma un "copricapo" a borsa!"G. dissimulando un conato feroce "vedi Bestia...aprezzo molto i tuoi consigli e ne farò tesoro..ma ti assicuro che si tratta di una parrucca"Bestia "no è un copricapo ti assicuro"G. "no è una parrucca...puoi leggerlo sul catalogo che proprio tu mi hai dato all'epoca"Bestia"ma no..non è così .."G. "leggi sul catalogo per curiosità a questo punto"Bestia "non c'è bisogno! è come dico io"G. avendo ormai i maroni (che non ha perchè è femmina) spappolati sotto un treno motrice e rimorchio dice" Ok è sicuramente così"G. torna a casa e mentre prepara la lezione per il giorno dopo..si collega al sito internet ufficiale del Museo archeologico di Napoli dove appaiono testuali parole che riporto con un misto tra rassegnazione...disgusto...rabbia..e sconcerto...
Si tratta dell'unica statua egiziana di provenienza farnesiana. Rinvenuta probabilmente a Roma, la scultura si trovava nel Palazzo Farnese a Campo de' Fiori sin dal 1654, come testimonia il padre gesuita Athanasius Kircher, che lì ebbe modo di esaminarla, interpretandola però erroneamente come una figura femminile. Il personaggio rappresentato in questa scultura come "naòforo", cioè come "portatore di naós" (piccola edicola contenente l'immagine di una divinità), è il "nobile, principe, porta-sigilli regale, amico intimo (del re), direttore della Casa delle due Corone, sacerdote di Hórus, capo del distretto di Pe, soprintendente ai sigilli, Uah-ib-ra Mery-neith, figlio di Ta-qerenet". Raffigurato inginocchiato, indossa un corto gonnellino pieghettato ed il tipo di parrucca detto "a borsa". Al collo porta un amuleto con l'effige della dea Bat, una forma arcaica della più tarda e più famosa dea-vacca Háthor. Con gli avambracci protesi in avanti, sorregge sulle ginocchia il naós, recante all'interno l'immagine del dio Osiride, il mummiforme sovrano del mondo infero, che la formula di dedica definisce "dio cittadino". La breve iscrizione, dalla quale conosciamo il nome ed i titoli del personaggio rappresentato, è redatta nella tipica "formula saitica", così definita perché, sebbene talora attestata già a partire dalla XVIII dinastia, ricorre prevalentemente su statue della XXVI dinastia faraonica, che, avendo posto la capitale del regno nella città di Sais sul Delta del Nilo, era detta appunto "saitica". Questo tipo di statua, la cui origine risale già alla XIX-XX dinastia, con qualche rara anticipazione nella XVIII, trova la sua maggiore diffusione in Egitto durante l'Epoca Tarda. Attraverso essa il dedicante effigiato esprime la richiesta di stabilire un rapporto diretto con il personaggio rappresentato nel naós, che, se in alcuni esemplari risalenti al Nuovo Regno era il faraone stesso, più tardi sarà sempre una divinità. Un "Ma va a cagare" me lo lasciate passare???