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Antipolitici, loro

Post n°1120 pubblicato il 31 Maggio 2012 da monari

I risultati delle ultime amministrative confermano la vecchia opinione che esse hanno sempre un significato politico. L'esempio più rumoroso è quello della Lega, perdente in 7 ballottaggi su 7, anche se per un solo voto nel caso di Meda. Ci chiedevamo a fine aprile quanto sarebbe durato il mito di Bossi. La resa dei conti è arrivata dalle urne. Maroni non lo ammette e la butta sul ridere ricordano ad Aldo Cazzullo (CorSera) il primo comizio del marzo 1980 a Como con quattro ascoltatori: due agenti della Digos, un impiegato dell'albergo dove erano, ed un tipo che faceva sempre di sì con la testa. E che alla fine tira un pugno in faccia a Bossi: "Era un picchiatore fascista".
La sconfitta del Pdl è stata direttamente notificata con meritoria chiarezza al segretario Alfano nel convegno dei giovani del partito a Pavia, dove sono volate parole grosse. C'è chi ha detto (era il sindaco della città) che, dopo una batosta come quella subìta, la classe dirigente berlusconiana doveva andarsene a casa.
Il giorno prima, Alfano in diretta dal Senato aveva presentato il fondatore del partito chiamandolo "Presidente della Repubblica". Non eravamo in un'edizione speciale di "Scherzi a parte". Si trattava di un profetico e temerario lapsus che offriva sintesi e scopo dell'incontro: proporre una riforma della Costituzione che porti ad eleggere direttamente il Capo dello Stato.
La bocciatura più impietosa è giunta al Cavaliere da quel vecchio liberale che è Piero Ostellino. Sul CorSera ha scritto che Berlusconi è incapace di realizzare i propri progetti politici, anche per una vanità imbarazzante ed un tratto autoritario che fa torto alla sua gentilezza. La risposta indiretta di Alfano da Pavia è stata di stampo televisivo, alla Maria De Filippi: cercherò nuovi talenti.
Ma ormai i nuovi talenti ci sono già. Sono tutti quei giovani che in tutti i partiti sono emersi anche in sede elettorale, per cancellare l'etichetta di Antipolitica affibbiata a quanti sostenevano la necessità di un ricambio, da chi era saldamente seduto sulle poltrone del Potere. Necessità che è stata condivisa dal corpo elettorale sia con il forte astensionismo, sia con la scelta di facce nuove. Non si tratta di destra, sinistra o centro. I giovani giustamente guardano ai fatti. Come spiega l'Istat, l'Italia è ora molto più povera, crescono soltanto le disuguaglianze. Le amministrative hanno detto a tutti i politici graduati e stagionati, che l'Antipolitica sono loro. [Anno XXXI, n. 1083]

Antonio Montanari
(c) RIPRODUZIONE RISERVATA

"il Ponte", settimanale, Rimini, 3 giugno 2012

 
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