il Rimino

La Barafonda a San Giuliano Mare di Rimini


C'era una volta la Barafonda, a RiminiUn testo di Anna Rosa Balducci, apparso sul Corriere Romagna(per gentile concessione dell'autrice) C'era una volta la Barafonda.Lingua della costa adriatica bassa e paludosa, terra di poveri cristi, di stralunati, di collerici e di anime belle. Dopo la balena, il cetaceo che venne a morirvi nel quarantatré, dopo lo scoppio della cisterna del cinquantatré, è arrivato il furore approssimato e selvaggio del cemento degli anni sessanta.Poi via via, il resto è cronaca. Mentre Rimini diventava modello mondiale di industria del divertimento, la Barafonda si trasformava nel deposito del turismo più a buon mercato d'Italia, una spiaggetta declassata e un molo piccolo e scalcinato, che guardava quello grande. Finché arrivò, dopo anni di discussioni, l'ERA DELLA DARSENA.In questa nuova era, la Barafonda tenta di assomigliare a una piccola Manhattan , chiusa tra il taglio del fiume e il porto canale.La febbre del cemento, con quella connotazione tutta riminese, mascherata di un buon senso 'tollerante' e maneggione, è riesplosa qui nei primi anni 2000 in tutta la sua virulenza. Dove c'era una pensioncina, è spuntata una gru abile a costruzioni di grattacieli. Dove c'era una casetta umida, è spuntato un condominio di trentacinque appartamenti. Le viuzze di ex-villaggio di pescatori, che altrove (a Cattolica, per esempio) hanno visto crescere un'edilizia di tipo 'mediterraneo', qui si sono contratte per lasciar spazio a una cementificazione degna della 5a Avenue. I più informati ora confermano che l'antico Hotel delle Nazioni, emblema degli anni del boom, si trasformerà in uno 'Sheraton', per sceicchi arabi . I più pessimisti sussurrano,al crepuscolo, come folata di inquietudine: 'Ma la darsena......... sta fallendo?'Fantasie, per ora. Mentre i due o tre eterni capanni si preparano ancora al rito della riverniciatura stagionale, per riempirsi poi, a stagione avviata, di quello che capita. Naturalmente è aumentato di pari passo il numero di veicoli, e il SUV del riminese medio, si è moltiplicato per mille.La famosa 'mamma col gippone'- è un mio 'topos' aneddotico, -è diventata un esercito di 'mamme col gippone', con pretese anche didattiche.Chi volesse accertarsene, dovrebbe postarsi al mattino, tra le otto e le otto e trenta, nei pressi della scuola elementare del secondo circolo, in via Sforza. Lo schieramento cala puntuale e inesorabile, come un esercito d'occupazione.E noi?-Noi, chi?-si potrebbe obiettare.Noi, che usciamo di casa per andare a comperare il latte, siamo qui, a lamentare monotonamente, insieme alle stagioni che non sono più quelle e ai giovani che non si innamorano più, anche questa orribile gimkana quotidiana tra lussuosissimi autoveicoli che strombazzano, sgasano, frenano di scatto, curvano a cento all'ora, massacrano con portiere aperte di botto, parcheggiano sui marciapiedi...Aspettando la Barafonda del dopo-darsena.Anna Rosa Balducci