il Borghese

URLO MILAN


OTTAVI DI CHAMPIONS, GARA D'ANDATA Lezione di calcio agli inglesi dell'Arsenal: 4-0L'APPUNTO di Dario PregnolatoOnestamente penso che quella di ieri sera sia stata la più bella partita del Milan degli ultimi tempi. Indubbiamente, la più bella partita in Champions dei rossoneri dalla finale di Atene del 23 maggio 2007.Apro e chiudo parentesi, noi italiani, non io, chi mi conosce può confermare, elogiamo spesso gli inglesi, il loro calcio, il loro fair-play e il loro tifo: il risultato (4-0) e i disordini in piazza Duomo provocati dai tifosi inglesi ubriaconi nel pomeriggio prima della gara, parlano da soli. Ma noi italiani dobbiamo sempre imparare dagli inglesi, noi dobbiamo sempre imparare da tutti. Peccato che noi (italiani) siamo l'eccellenza.Il Milan ha offerto agli inglesi una lezione di calcio, di sostanza, di tattica, di gol, di gestione della partita; San Siro ha offerto una lezione di spettacolo, di atmosfera, di tifo e di coreografia.Al di là del risultato: il 4-0 parla da solo (e avrebbe potuto essere decisamente più tennistico), non c'è stata partita. Degna di essere sottolineata, e nello stesso tempo elogiata, è la prestazione del Milan. Impeccabile. Un compendio di eccezionalità, di così semplici, piccole perfezioni.Dopo aver espugnato Udine in campionato, i berluscones ipotecano i quarti travolgendo l'Arsenal nell'andata degli ottavi di Champions: la sensazione è che la luce (a San Siro) si sia definitivamente accesa. Uno spiraglio di luce anche in ottica campionato, in virtù del pareggio della Juve a Parma (0-0) che permette ai rossoneri di rimanere in testa a +1.Il peggio sembra passato. Il Milan torna a fare la voce grossa, in Italia, come in Europa, così com'è nella sua storia, nel suo Dna.Ad Allegri vanno delle scuse, mie personali. Senza dodici giocatori è dura per tutti gli allenatori. Proviamo ad immaginare Conte senza dodici giocatori, Ranieri (poverino), Mazzari, ma anche Guardiola, Mourinho. Beh, Allegri è lì con una squadra titolare fuori. Ad Allegri, ieri sera è bastato recuperare un paio di giocatori, uno su tutti: Boateng.Boateng trequartista fa la differenza. Contro l'Arsenal Allegri ha voluto schierarlo titolare dopo giusto un mese di assenza. Risultato: il Boa ha spaccato la partita con un gol pazzesco (15' pt), stop e tiro al volo. Un gol da antologia, un gesto atletico formidabile, un'emozione indelebile, durata un'istante.Il Boa è tornato, e si sente. La sua condizione fisica è a dir poco esplosiva. La sua professionalità è encomiabile. Se non è una Boa-dipendenza poco ci manca. Il fatto è che il Milan dipende da più di un singolo, dipende da tanti primi attori a testimonianza di un organico stellare. Zlatan Ibrahimovic, appunto, cui il Presidente Berlusconi prima della partita ha rivolto una tirata d'orecchi affettuosa “gli ho detto di non usare le mani ma di attenersi all'uso dei piedi” ha tappato definitivamente la bocca a tutti i suoi detrattori con una prova che rasenta la perfezione come spesso accade negli ultimi tempi, ora anche in Europa, è un Ibra al servizio della squadra:dispensa assist, crea spazi per l'inserimento dei centrocampisti, ripiega a prendere palla a centrocampo, recupera palloni, inventa, lotta, ruggisce, esulta, pieno di grinta, pieno di grazia. Timbra la perfezione con il rigore del 4-0 siglato al 34' st. Difficile chiedere di più ad un giocatore. Da ieri sera Ibra è candidato al pallone d'oro, ormai è un campione completo, dalla sommità del capo alla punta dei piedi. Tra Boateng e Zlatan, i due gol di Robinho (38' pt e 4' st) a cavallo tra il primo e secondo tempo, entrambi su assist di Ibra. Altra prova da incorniciare. Un Robinho così cinico non lo si era mai visto. Splendido il suo secondo gol ad inizio ripresa. La sua pedalada è tornata di moda in Europa. Uno spettacolo vederlo giocare, la tecnica e la classe al servizio del collettivo. Standing ovation per lui quando lascia il campo al rientrante Pato (38' st), il quale nel finale ha la possibilità, in un paio di occasioni, di arrotondare a cinque i gol fatti, ma manca di freddezza sotto porta.4-0, missione compiuta: il Milan non subisce gol. E il merito è anche di un altro rientrante, Christian Abbiati. Chiamato in causa due volte da van Persie il portierone rossonero ha risposto con due interventi al limite del prodigioso.Prodigioso come ogni intervento di Thiago Silva: la perfezione come normalità. Vabbè troppo facile scrivere bene di Thiago: è il migliore difensore al mondo. Il Barcellona farebbe carte false per averlo. Ogni suo intervento è poesia, è perfezione, è normalità, appunto. Non un pallone buttato via, recupera e imposta: un libero, un regista. In coppia con Mexes non ha dato scampo ai pivelli di Arsene Wenger. Per quanto riguarda la prova di Mexes si capisce perché Allegri ha voluto tenere in panchina un certo Nesta. A centrocampo van Bommel si dimostra un pilastro, un metronomo. Ogni sua pulsazione è la pulsazione del Milan. Buona anche la prova di Nocerino, sulla sinistra Seedorf, alla settima partita consecutiva, è costretto a lasciare dopo dodici minuti di gioco per un guaio muscolare. Al suo posto Emanuelson, il quale dispensa giocate di buona fattura mancando di incisività sotto porta. Una prova incoraggiante anche per i due esterni bassi Abate e Antonini. Il professorone Wenger ha commesso un gravissimo errore a mio giudizio: ha sottovalutato il Milan. È stato punito dal diavolo, il quale ha certificato che l'Arsenal è ormai una squadraccia, vado controcorrente, per quanto mi riguarda l'Arsenal non è stata una delusione. Basti pensare che avrebbe dovuto esserci l'Udinese al posto di questi quattro pampani. I pivellini dell'Arsenal hanno giocato da sbruffoni incuranti del fatto che si trovavano al cospetto del club più titolato al mondo, dei vari Ibra, Boateng, Robinho, non del Manchester City. Wenger è stato distrutto tatticamente da Allegri: in Italia vige l'eccellenza.