il Borghese

LUCI (OMBRE E FANTASMI) A SAN SIRO


Una gran bella partita, un gran Milan per 70 minuti, la Juve non molla mai e rimane imbattuta. Il Diavolo anche senza 14 indisponibili si dimostra superiore alla Juve e rimane favorito per lo scudetto.L'EDITORIALE del lunedì di Dario PregnolatoDa San Siro, primo anello verde.Una gran bella partita. Una partita storica. Una battaglia epica si è svolta sul manto verde di San Siro trasformato per l'occasione. La partita Milan-Juve è stata un bello spot per il calcio italiano. Milan-Juve è tornata ad essere la partita d'élite del nostro calcio, il club più titolato al mondo contro il club che ha vinto di più in Italia.Milan-Juve è stata anche un esempio di sport, partita maschia, ma corretta. Il fattaccio del gol di Muntari al minuto 24 e 50'' (circa) ha completamente cambiato il clima, l'atmosfera e l'armonia (per la verità già abbastanza compromessa) del big-match. E San Siro è diventato un far west. Della serie come “alterare una partita”. L'1-1 finale è un risultato tutto sommato giusto. Il Milan ha dominato il gioco per 60-70 minuti, la Juve ha avuto il merito di non mollare, di rimanere a galla e di colpire nel finale. Condivido appieno l'analisi di Mario Sconcerti sul Corriere della Sera di ieri, “l'errore sul gol di Muntari ha impedito alla partita di chiudersi, ma nel complesso è stato il Milan che non ha saputo finire di vincere”. Certo, aggiungo io, sostenendo la tesi del Presidente Berlusconi: sul 2-0 la partita sarebbe stata totalmente diversa. Per non dire chiusa, la Juve nel primo tempo è stata letteralmente schiacciata dal diavolo e dall'intensità del gioco proposto dagli uomini di Allegri. Il calo nel finale del Milan ci sta vista la mole di calcio prodotta per più di un'ora. Il Milan ha fatto una grande partita e questo resta nei cuori e nella mente di chi ha assistito all'incontro. Resta anche il gol di Muntari, purtroppo non per le statistiche, ma il Milan ha una missione che prosegue nel tempo: essere più forti dell'ingiustizia, dell'invidia e della sfortuna. Con l'augurio che il gol di Muntari (il secondo gol in altrettante partite) non rappresenti, come scrive Francesco Specchia su MilanNews.it, quello che fu Juliano su Ronaldo: solare e decisivo.