Per scendere in campo come chiede il presidente servono lavoro e altri giocatori. Ma al Camp Nou l'impresa è possibiledi di Arrigo SacchiLa Gazzetta dello SportIl Milan pareggia contro il temuto Barcellona in una partita che apre prospettive interessanti per il ritorno. L’incontro è stato meno emozionante e spettacolare di quanto ci si aspettasse. I blaugrana si sono dimostrati meno "mostruosi" del solito e anche Messi è apparso meno extraterrestre. Gli uomini di Allegri hanno dimostrato ancora una volta che pur soffrendo possono creare gravi problemi. I milanisti fanno bene a sperare, questo match ha dimostrato ancora una volta che gli attaccanti rossoneri possono mettere in difficoltà la difesa blaugrana. Se poi Ibra e company non verranno lasciati per lungo tempo senza supporto le cose potrebbero ancora più aggravarsi per la difesa avversaria che denota limiti individuali difensivi e sofferenza nella lotta uno contro uno. Tuttavia i rossoneri devono ricordarsi che la migliore difesa è il pericolo del contrattacco e se questo si verificasse troppo sporadicamente sicuramente non si aiuterebbero i vari Ibra, Boateng, Robinho e El Shaarawy.Forma non al top — La partita di mercoledì ha detto che il Barcellona quando incontra il Milan è sicuramente più umano (due pareggi e una vittoria risicata). I ragazzi del grande Pep non appaiono in generale al top della forma (lo stesso Messi risulta meno mobile e spavaldo). La condizione fisica e psicologica dopo un’annata di stress e fatiche non è apparsa brillante (meno ritmo e velocità). Il pressing si è molto affievolito e il possesso è abbastanza lento e prevedibile (si vive prevalentemente sugli spunti di Messi e ci si smarca poco senza palla). Sicuramente al Camp Nou ci sarà da lottare e soffrire, ma mai come adesso il Milan può sperare: per i motivi sopra esposti, per una condizione di forma che fra sette giorni potrebbe essere migliore per Boateng e Robinho e inoltre perché si potrà contare sul recupero di Abate.Come giocare — Ma come dovranno giocare i rossoneri? Mercoledì sera la tv invadente ha mostrato impietosamente un Berlusconi seccato alla fine del primo tempo causa un Milan troppo difensivo e inerme davanti al palleggio lento del Barça. Il presidente desidera vincere e convincere, vuole una squadra padrona del campo e del gioco, capace di togliere l’iniziativa agli avversari. Pochi presidenti italiani pareggiando con il grande Barcellona avrebbero mosso appunti, ma questa è la grandezza di un club unico per mentalità e competenza. La domanda che viene naturale è la seguente: ma quello che chiede Berlusconi è possibile? Io che la penso come lui credo di no. Per giocare un calcio diverso dalla nostra tradizione non si può improvvisare, occorrono un lungo lavoro e la disponibilità di giocatori con determinate caratteristiche. Allegri, che si sta dimostrando ogni giorno più bravo, è a conoscenza di pregi e difetti di tutti ed è più realista del re.Niente pressing — Credo che cercherà di non stare inerme al limite della propria area, ma non si avventurerà al Camp Nou in un pressing feroce a tutto campo. Penso che curerà le ripartenze e una fase difensiva che non si preoccupi solo di coprire gli spazi ma anche di marcare strettamente, anticipare e raddoppiare. Inoltre baderà a sfruttare le palle inattive, dove i maggiori centimetri dei rossoneri potrebbero essere letali per i blaugrana. Con la speranza che la serata di San Siro non sia stato solo un episodio negativo dalla splendida macchina guidata da Guardiola, un grande in bocca al lupo.
Il Milan non può giocare come vorrebbe Berlusconi
Per scendere in campo come chiede il presidente servono lavoro e altri giocatori. Ma al Camp Nou l'impresa è possibiledi di Arrigo SacchiLa Gazzetta dello SportIl Milan pareggia contro il temuto Barcellona in una partita che apre prospettive interessanti per il ritorno. L’incontro è stato meno emozionante e spettacolare di quanto ci si aspettasse. I blaugrana si sono dimostrati meno "mostruosi" del solito e anche Messi è apparso meno extraterrestre. Gli uomini di Allegri hanno dimostrato ancora una volta che pur soffrendo possono creare gravi problemi. I milanisti fanno bene a sperare, questo match ha dimostrato ancora una volta che gli attaccanti rossoneri possono mettere in difficoltà la difesa blaugrana. Se poi Ibra e company non verranno lasciati per lungo tempo senza supporto le cose potrebbero ancora più aggravarsi per la difesa avversaria che denota limiti individuali difensivi e sofferenza nella lotta uno contro uno. Tuttavia i rossoneri devono ricordarsi che la migliore difesa è il pericolo del contrattacco e se questo si verificasse troppo sporadicamente sicuramente non si aiuterebbero i vari Ibra, Boateng, Robinho e El Shaarawy.Forma non al top — La partita di mercoledì ha detto che il Barcellona quando incontra il Milan è sicuramente più umano (due pareggi e una vittoria risicata). I ragazzi del grande Pep non appaiono in generale al top della forma (lo stesso Messi risulta meno mobile e spavaldo). La condizione fisica e psicologica dopo un’annata di stress e fatiche non è apparsa brillante (meno ritmo e velocità). Il pressing si è molto affievolito e il possesso è abbastanza lento e prevedibile (si vive prevalentemente sugli spunti di Messi e ci si smarca poco senza palla). Sicuramente al Camp Nou ci sarà da lottare e soffrire, ma mai come adesso il Milan può sperare: per i motivi sopra esposti, per una condizione di forma che fra sette giorni potrebbe essere migliore per Boateng e Robinho e inoltre perché si potrà contare sul recupero di Abate.Come giocare — Ma come dovranno giocare i rossoneri? Mercoledì sera la tv invadente ha mostrato impietosamente un Berlusconi seccato alla fine del primo tempo causa un Milan troppo difensivo e inerme davanti al palleggio lento del Barça. Il presidente desidera vincere e convincere, vuole una squadra padrona del campo e del gioco, capace di togliere l’iniziativa agli avversari. Pochi presidenti italiani pareggiando con il grande Barcellona avrebbero mosso appunti, ma questa è la grandezza di un club unico per mentalità e competenza. La domanda che viene naturale è la seguente: ma quello che chiede Berlusconi è possibile? Io che la penso come lui credo di no. Per giocare un calcio diverso dalla nostra tradizione non si può improvvisare, occorrono un lungo lavoro e la disponibilità di giocatori con determinate caratteristiche. Allegri, che si sta dimostrando ogni giorno più bravo, è a conoscenza di pregi e difetti di tutti ed è più realista del re.Niente pressing — Credo che cercherà di non stare inerme al limite della propria area, ma non si avventurerà al Camp Nou in un pressing feroce a tutto campo. Penso che curerà le ripartenze e una fase difensiva che non si preoccupi solo di coprire gli spazi ma anche di marcare strettamente, anticipare e raddoppiare. Inoltre baderà a sfruttare le palle inattive, dove i maggiori centimetri dei rossoneri potrebbero essere letali per i blaugrana. Con la speranza che la serata di San Siro non sia stato solo un episodio negativo dalla splendida macchina guidata da Guardiola, un grande in bocca al lupo.