il Borghese

Il segreto Juve: l'obbedienza totale al tecnico


di Mario SconcerttiI l Milan ha le sue consolazioni, per esempio anche ieri c'è stato un gol cancellato dagli arbitri, ma la Juve sta ormai dimostrando di avere qualcosa di più. La storia cambia dalla trasferta di Firenze quando finisce la Juve dei pareggi. Si passa da 8 reti in sette partite, a 18 reti in 6 gare. Un cambio verticale, con la stessa formazione, un ritorno di condizione molto forte, soprattutto un ritorno ai suoi livelli di Pirlo dopo una pausa di stanchezza. Il campionato non è finito, ma è molto ben orientato. Soprattutto sono rovesciate le convinzioni, oggi è chiaro che la Juve ha di più e che il Milan non basta. Non è chiaro se la Juve sia migliore del Milan, Allegri ha per esempio un giocatore capace di segnare 14 reti più del miglior attaccante della Juve. È chiaro però che la Juve gioca meglio, ha una velocità diversa. Si vede nella Juve un'innocenza che è fuori dal calcio, l'obbedienza totale verso un allenatore. Non giocano secondo istinto ma secondo regola. O meglio, sono riusciti a forza di sudditanza al tecnico, a far diventare regola il proprio istinto. Non c'è dubbio che questa sia la Juve di Conte. Si sapeva che fosse bravo, nel calcio lo dicevano in molti. Non era chiaro fosse così bravo. Forse la Juve è il suo elemento, si aiutano a vicenda. Forse si ragiona da juventini tutta la vita se si è rimasti tanto nella Juve e altrettanto si è vinto. Dovrebbe a mio parere, smetterla di dire che le notizie del calcio scommesse nascono per destabilizzare lui e la Juve. Destabilizzano almeno una ventina di società e un centinaio di calciatori. È evidente che la storia non è stata inventata per Conte. Né si può scambiare per un pettegolezzo anti-juventino, un verbale compilato in procura. Di questo Conte dovrebbe tener conto, oppure scegliere di ignorare tutto e lasciare le cose in mano ai suoi avvocati. Ma non mescolare le acque patriottiche. Meglio una voce come questa o tre gol dentro la porta annullati come è successo al Milan? È giusto recuperare la realtà e vincere con la coscienza dei forti, senza vittimismi.La Roma è alla quarta trasferta in cui subisce quattro reti, segno di una squadra mai nata. Qualcuno deve dire a Luis Enrique che 50 punti la Roma li aveva fatti raramente negli ultimi vent'anni. Due anni fa, con progetti di molta più sopravvivenza, aveva 18 punti in più ed era prima. Il problema è la mancanza di crescita, si è data importanza a giocatori che non sanno reggerla. L'Inter fa quello che può, il problema non è il presente, è ricostruire. E bisogna dare atto a Stramaccioni che quattro partite senza perdere all'Inter quest'anno erano capitate solo un'altra volta. Resta la lunga volata per non retrocedere. Il Genoa oggi ha rilanciato, ma c'è ancora molta strada per tutti.