Il roveto

Razzisti a orologeria?


Verba volant, facta manent. Non è mai troppo presto ovvero à la guerre comme à la guerre ovvero non tutti i mali vengono per nuocere. A pochi giorni dalle elezioni presidenziali torna l'incubo Ku Klux Klan negli Stati Uniti. Una giovane è stata aggredita in Louisiana da tre individui che l'hanno cosparsa di un liquido infiammabile per poi darle fuoco. La ragazza è stata accerchiata da tre uomini «con cappucci bianchi» che le hanno spruzzato addosso un liquido per poi appiccare il fuoco. I soccorritori dell'ambulanza l'hanno trovata in gravissime condizioni, con oltre il 60 per cento del corpo coperto da ustioni di terzo grado. La sua auto è stata imbrattata con insulti e sul tetto è stata trovata la scritta «kkk», come se fosse una firma.  Al di là dell'esito delle indagini, secondo Chisley, il presidente della sezione locale della Naacp, la National Association for the Advancement of Colored People, «il razzismo e l'attività del KKK sono una triste realtà in Louisiana. Qui da noi è ovunque, un fenomeno nascosto, ma che esiste». I razzisti ci sono sempre, insomma, magari per anni in sonno (come i terroristi) a covare la rabbia, poi si risvegliano proprio alla vigilia delle elezioni. Tempestivi e feroci. Avrebbero potuto attendere il giorno prima delle elezioni, ma li ha travolti la smania, l'impeto, represso per anni, divenuto all'improvviso irrefrenabile, incontenibile. In Louisiana la vittima non poteva mica essere un bianco, doveva per forza essere nera, come volevasi dimostrare. Ci penserà, oltre che la polizia, il popolo americano a punire i razzisti, votando in massa Obama. E chi non voterà Obama sarà automaticamente dalla parte dei razzisti.