Il roveto

Unicuique suum


L’Espresso (napoletano fatto con caffè illymitatamente rosso) sul numero 3 del 14 gennaio 2018 pubblica "in esclusiva" un fumetto di ben 14 pagine dal titolo “La banalità del nazi”, con sottotitolo “Questa non è una partita a bocce”. Opera esimia del Genio italgrafico Zerocalcare. Senza banalizzare/bananizzare il sottotitolo (“Questa non è una partite a balle”) e l’illustre Autore (Zerocalcare alias Calgon), dopo aver scorso il fumetto (un filo di fumo non di Camilleri né di Cio-Cio-San) con la debita attenzione (senza fumare alcuna canna), ne ho tratto/desunto quanto appresso.Il fascismo da Calgon è affatto assimilato al nazismo, con richiamo d’obbligo alla shoah e pure ad Anna Frank, dimenticando che il comunismo è stato più distruttivo di vite umane del nazismo, con cui pure si “alleò” (patto Molotov/Ribbentrop o Stalin/Hitler nel 1939 per aggredire la Polonia (successive fosse di Katyn e dintorni). Il "Piccolo padre" Stalin difatti attivò purghe, gulag, processi-farsa. Altre stragi promossero Mao Zedong (decine di milioni di cinesi, oltre a 1 milione di inermi tibetani), Pol Pot, Kim il Sung, Ulbricht, Kadar, Tito, Ceausescu e altri illustri capi comunisti nel mondo.In particolare si ricorda il genocidio, con oltre 7 milioni di vittime ("25mila morti al giorno", "17 al minuto", mentre "un morto su tre era bambino o neonato"), perpetrato da Stalin in Ucraina: dal 1929 al 1932 lo sterminio si configurò con gli eccidi materiali e la deportazione in Siberia di milioni di contadini, che perirono tra mille sofferenze; nel biennio 1932-33 fu attuato lo “sterminio per fame” (holomodor), mediante la requisizione totale dei generi alimentari e l’obbligo di cedere allo stato tutto il grano prodotto, in modo che ai kulaki produttori non restava che morire di fame, ricorrendo persino al cannibalismo (i bambini non li mangiavano i comunisti, ma le loro vittime).Giuseppina Ghersi, ragazzina di 13 anni (2 meno di Anna Frank) nel 1945 fu violentata e uccisa dai partigiani garibaldini perché accusata di “collaborazionismo” (sic). Per tacere di altre migliaia di vittime, compresi religiosi, nel c.d. triangolo rosso emiliano.Calgon, da ultimo, offre un elenco di ben 6 ammazzati “dai militanti neofascisti” dal 2003 fino al 2016 (il povero nigeriano ucciso a Fermo). Dimentica però il rogo di Primavalle nel 1973 con i fratelli Mattei (di 22 e 8 anni) bruciati vivi e nel 1978 la strage di Acca Larentia in cui furono uccisi due giovani attivisti del Fronte della Gioventù. Ma quelli erano giovani “nazisti”, secondo lo schema interpretativo-definitorio dello stesso Calgon. Per tacere di Brigate Rosse, Potop-Potere Operaio, Lotta Continua, fino alla Lioce e assimilati, tutti autentici, sinceri democratici e innocui antinazisti.Del resto blackblokkisti, incendiari molotoviani di automobili e camionette, imbracciatori di estintori, cecchini con sampietrini, spaccavetrine, lanciatori di transenne e di aste di bandiere nonché di bombe carta, devastatori e devastavacche, tutti debitamente travisati e occultati, sono esclusivamente “militanti di organizzazioni neofasciste”, anzi neonaziste, secondo la nomenklatura dell’ottimo Calgon.