Il roveto

Post N° 11


Ho visto su Rai 3 il reportage "Cocaina" ed ho notato che gli spacciatori erano quasi tutti neri (in genere nigeriani/senegalesi).Lo spaccio, però, è in mano anche, e soprattutto, a maghrebini, albanesi, zingari, oltre, beninteso agli italiani, buoni ultimi. Loro aumentano di molto il Pil, fruendo gratis del servizio sanitario nazionale (del quale fanno aumentare gli assistiti tossicodipendenti) e di altri benefici per i "poveri" "migranti" clandestini e non.Secondo me il rimedio non è liberalizzare sic et simpliciter le droghe, ma distruggere la produzione (del papavero da oppio in Afghanistan e nel c.d. triangolo d'oro asiatico, della coca in Colombia ed altri paesi sudamericani, della cannabis nel medio ed estremo oriente ed in tanti altri paesi). C'è consumo di droghe perchè c'è produzione e conseguente spaccio. Eliminando la produzione, si elimina lo spaccio e quindi il consumo. Elementare Whatson. Troppo elementare? Ma, se intervenisse l'Onu, invece che perdere tempo per le moratorie della pena di morte per qualche migliaio di assassini/massacratori, fregandosene delle centinaia di migliaia di morti per droghe? Quest'anno gli afghani, nonostante la presenza di un esercito straniero, hanno raddoppiato la produzione di papavero da oppio! Come camperanno i contadini afghani, i campesinos sudamericani o i coolies asiatici? Coltivando grano, patate, peperoni, soia, piselli e fagioli, come fanno tutti gli altri contadini. Magari con aiuti e sostegni, ma evitando che, coltivando, con poca fatica, un pezzetto di terra a monocoltura, vivano, come cellule cancerose del consorzio umano, della morte prima psichica e poi fisica dei tossicomani e delle loro famiglie, con tutti gli incalcolabili danni diretti ed indiretti arrecati alle nazioni. Facendo sorgere stati-canaglia che sfruttano il commercio internazionale delle droghe e d'altro.