Il roveto

Post N° 161


Su la Stampa il bolognese Piero Zaniboni, il quale, con tal cognome, non può che appartenere ai buoni, lamenta che a Monza è stato vietato l'accattonaggio ante portas del duomo, sia pure da falsi indigenti, adducendo che Gesù "non si sarebbe posto il problema".Da Zanicattivo fo presente, quale esempio di falsi indigenti, i rom o sinti o camminanti, parecchi dei quali vanno in giro anche in mercedes (a Roma il clan dei Casamonica: controlli Piero), non lavorano per "cultura", ma sfruttano e parassitano i gagé (cioé i gonzi, Benigni direbbe i grulli), attingendo ai servizi sociali (abitazioni, mense, sussidi, ecc.) e sanitari (intasando pronti soccorso ed ospedali), rubando, spacciando droga, facendo usura, truffando e sfruttando i bambini anche piccolissimi (sedati per non farli piangere o costretti a piangere per "fare pietà" e indurre all'elemosina). Quando i gagé non ammazzano, come Ahmetovic o Mailat. Gesù, il quale scacciò dal Tempio i mercanti, oggi scaccerebbe davanti al Tempio i rom che non amano il prossimo (i gagé), ma lo parassitano, come le zecche fanno con i cani, spesso delinquendo.I veri poveri sono, non quelli che non vogliono lavorare (disoccupati volontari compresi), ma quelli che non possono lavorare (specie per handicap, malattie o invalidità) ovvero lavorano o hanno lavorato e prendono salari o pensioni insufficienti, talora ridicoli (200-300-400 euro mensili), molto inferiori ai sussidi dati ai rom e loro simili.