Il roveto

Post N° 195


Scrive Pietro Giansoldati su La Stampa: "A mio modestissimo parere, il coro unanime di acritica solidarietà verso il Pontefice da parte di tutto il mondo politico (tranne qualche rarissima e coraggiosissima eccezione) non rappresenta affatto il sentimento del popolo italiano in materia di laicità dello Stato. La gente comune si sente impotente dinanzi alle quotidiane esternazioni delle gerarchie ecclesiastiche".Quante divisioni ha il Papa, chiese qualcuno (Stalin?). Gli antipapa hanno tanti giansoldati agguerriti, che si chiamano persino Pietro ("Tu es Petrus..."), ma dovrebbero cambiare il nome in Carlo (Marx).Pietro, il quale pontifica in materia di laicità, confondendola forse con l'ateismo marxista e trascurando il piccolo fatto che i cattolici (più o meno osservanti o consapevoli) in Italia sono la maggioranza, ha la fortuna di vivere in una società non (ancora, ma fra 50 anni?) islamizzata (altro che il cavouriano "libera Chiesa in libero Stato": lì la Sharia, cioé il Corano, è lo Stato, i cui soldati sgozzano i giansoldati atei o blasfemi), ben diversa anche da una società di tipo cinese, di derivazione comunista, dove le masse sono schiavizzate dallo Stato a beneficio di una ristretta classe di Napoléon, il maiale dell'orwelliana fattoria degli animali.