Il roveto

Post N° 408


Sergio Romano,rispondendo a G. B., ha scritto: "Le elezioni nazionali del 1994 avrebbero dovuto svolgersi, per la prima volta, in una sola giornata. Ma la data prescelta coincideva con la Pasqua ebraica e Carlo Azeglio Ciampi, allora presidente del Consiglio, decise di dare ascolto a un protesta del rabbino Toaff e prolungò di una mezza giornata l’apertura dei seggi. L’Italia politica, dal canto suo, fu ben felice di tornare a un sistema che avrebbe dovuto garantire una maggiore affluenza alle urne. Temo invece che abbia soprattutto favorito la pigrizia di coloro che preferiscono avere una scusa per lavorare meno. Questa non è la sola anomalia elettorale italiana. L’altra, ancora più grave, è la lentezza con cui i voti vengono contati".Al riguardo mi permetto di fare due notazioni: 1) Indubbio il rispetto dovuto agli ebrei italiani. Essi, tuttavia, sono in Italia circa 30.000, di cui votanti, 25 mila o più. Gli altri italiani sono circa 59 milioni, di cui votanti 40 milioni e passa. 2) I voti sono contati non solo lentamente, ma, ciò nonostante, anche con tanti errori (non uso il termine brogli, che richiede il dolo). Tuttavia c'è sempre una conclusione più rapida delle operazioni di voto e di scrutinio in alcune regioni tradizionalmente più efficienti, cosiddette "rosse", come Toscana ed Emilia Romagna. Efficienza rossa.