Il roveto

Post N° 419


Scrive Sergio Romano sulla "vexata quaestio" dei senatori a vita: "Credo anch’io che i senatori a vita, al momento del voto sulla fiducia, dovrebbero uscire dall’aula (l’astensione, al Senato, ha il valore di un voto negativo). Ma ho qualche dubbio sull’opportunità che tale comportamento venga richiesto dai leader dei partiti durante la campagna elettorale. In attesa d’una eventuale riforma costituzionale, tocca ai senatori a vita rendersi conto che una tale decisione, assunta spontaneamente, gioverebbe alla chiarezza dei rapporti di forza fra maggioranza e opposizione".Al riguardo, considerate le esperienze "antiche, men nove e recenti" (D'Annunzio "Undulna"), c'è da essere pessimisti: i laticlaviati (usque ad mortem) mai si "renderanno conto spontaneamente" della opportunità, non essendo eletti dal "popolo sovrano", ma per "rescriptum capitis Rei Publicae", di non influire sulla vita dei governi non più graditi dai rappresentanti del popolo.La soluzione efficace resta quella di modificare la Costituzione, trasformando la dignità laticlaviale (non elettiva) in altissima onorificenza al merito della Repubblica.