Il roveto

Post N° 492


Bruno Pieretti ha scritto causticamente alla Annunziata: "Leggo con piacere che il Presidente Giorgio Napolitano continuerà a bere il Brunello di Montalcino nonostante le note polemiche enologiche. Anche alcuni miei amici con la pensione minima continuerebbero a farlo; saputo però che a stomaco vuoto potrebbe far male, hanno deciso di rinunciarvi. Prosit. ".Siffatta "provocazione" mi conduce a fare alcune considerazioni.L'uguaglianza, specie da giovani (quando si è idealisti) affascina, è una aspirazione suggestiva, anche esaltante. Poi, leggendo la Storia (magister vitae, ma spesso non lo è), in particolare quella recente dell'ideologia e dei regimi comunisti (c.d. "socialismo reale"), e riflettendo, ci si rende conto sia che l'uguaglianza mal si concilia con la libertà, sia che, come George Orwell (che andò a combattere in Spagna contro il nazifascismo) espresse efficacemente ne "La fattoria degli animali" (protagonista il maiale Napoléon) "siamo tutti uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri". In Italia, oggi, il comunista Napolitano dispone (come Stalin) di tre dacie (San Rossore, Villa Rosebery e La Maddalena) oltre a centinaia di migliaia di euro di appannaggio; Bertinotti ha una villa con piscina a Massa Martana (PG) (oltre allo stipendio da Presidente della Camera); Visco ha una villa a Pantelleria (oltre allo stipendio da ministro); D'Alema ha uno yacht (oltre allo stipendio da ministro e scarpe su misura da 600 euro). Per tacere dei milionari in euro (già miliardari in lire) di sinistra: industriali (De Benedetti, ricco quasi quanto Berlusconi, Merloni, Divella, Marchini, Della Valle, Illy, Soru, ecc.), banchieri (Bazoli, Passera, Abete, ecc.), ma anche intellettuali (Eco, Scalfari, il fu Enzo Biagi, ecc.), artisti e gente di spettacolo, quali Benigni, Celentano, con villa ollivudiana, Grillo, Morandi, Fabio Fazio, che ha avuto 20 miliardi di indennizzo da mamma RAI ed ora prende decine di migliaia di euro per lo show "Che tempo che Fa(zio)" (per lui, beninteso, come Drupi "Sereno è" sempre), ecc. Cipputi, l'operaio di Altan (spesso con la banana in mano), guadagna, tapino, 1.000 euro al mese (quanto Benigni in 1 minuto di performance dantesca), ma continua a scaldarsi, fiducioso e sognante, al sol dell'avvenir (come, nella novella dannunziana, i due vecchi si scaldarono al "calore" degli occhi del gatto che avevano sfamato).