Il roveto

Post N° 681


Ha scritto Stefania Gioanola a Beppe Severgnini: "Vorrei riportare la mia piccola esperienza. Vivo vicino a 3, 4 ville di rom (o zingari, si può dire?), ville che tutti sanno essere abusive. La distanza è di circa 200 metri. Bene, da quando abitiamo qui, io e i miei vicini siamo stati visitati numerose volte dai ladri, prima ovviamente di mettere tutti il nostro bravo allarme. Le tracce delle scarpe e delle mani sporche indicavano che erano bambini. I carabinieri non hanno ovviamente fatto niente. Che io sappia ci sono stati almeno 4 furti compiuti e molti altri tentativi. I miei vicini di casa a volte si trovano la rete piegata perché c'è qualcuno che entra e si fa dei giretti nei nostri giardini mentre noi ce ne stiamo tranquilli a letto. Un mese fa il mio vicino ha sopreso un ragazzo nei garage, settimana scorsa la mia vicina ne ha visto un altro scavalcare. Allora: siamo razzisti se ce l'abbiamo con questa gente? Tutti sanno che sono loro, tutti sanno che i loro figli vanno a scuola e non pagano né bus, né buono mensa perché sono nullatenenti. Tutti vedono che hanno le mega-ville e i macchinoni. Siamo razzisti se vogliamo che la smettano di passeggiare nei nostri giardini anche quando siamo in casa? Io mi sento violata! Mi sento insicura, metto l'allarme se lavoro fino a tardi, anche se sono sveglia. Abbiamo tutti un po' paura. E' essere razzisti?".Beppe ha commentato così: " No,questa non è una lettera razzista. E' una lettera sensata e preoccupata. Chi sostiene il contrario vive al sicuro, e non capisce. Oppure capisce e fa finta di niente, ed è pure peggio".Pienamente d'accordo con Severgnini. E chi non lo sarebbe? I "tonti" o, peggio, i finti tonti.