Il roveto

Promessa(ggero)


Casini, genero dell'editore del Messaggero e leader dell'Udc, pro-rompe: «Basta con la caccia alle streghe, ai colpevoli. Ciascuno tolga le ali ai propri falchi, ce ne sono tanti in giro, non c'è solo l'odio militante di Di Pietro ma quello di tanti squadristi giornalistici». Pierferdi non risparmia critiche al presidente del Consiglio: «Se Berlusconi pensa di trascinare il Paese sulla strada dell'avventura e delle elezioni anticipate in un attacco dissennato al Quirinale e alla Consulta, dall'Udc avrà le risposte inedite che si merita. Il dopo Berlusconi è già iniziato: o grandi riforme o un grande galleggiamento che porterà il suo bagaglio di odio e rancori».Pierferdi Catone (pensa se si chiamasse Luca): "attacco dissennato al Quirinale", occupato dall'ex comunista Napolitano (che nel 1956 plaudiva i carri armati sovietici in Ungheria) ed ha nominato altri due giudici della Corte Costituzionale orientati a sinistra (dopo gli altri tre nominati dai "sinistri" Scalfaro/Si(sde)noncisto e Ciampi, che c'inciampava ogni tanto), e pure "alla Consulta", composta per due terzi da giudici di estrazione sinistrorsa. Poi Pierferdi il "colombo" (postdc come l'Emilio senatore a vita, già sostegno di Prodi, consumatore di cocaina per "uso terapeutico") promette a Berlusconi "risposte inedite che si merita". Parole pronunciate con voce stentorea e chiara, senza tartagliare. Parole da savio: infatti i Folli(ni) dall'Udc se ne sono già andati (tutti) al Pd. Il Cavaliere potrà scegliere tra la Torre di Pisa o la Mole Antonelliana o il Colosseo o la bolognese Torre degli Asinelli o il campanile di San Marco o la Torre del Mangia (absit iniura verbis), tutti rigorosamente a scala 1:1000.