Il roveto

Giustizia tributaria, questa sconosciuta


Milioni di procedimenti pendenti, tribunali sovraccarichi, carenza di personale: l’Italia ricopre il 151esimo posto nella classifica internazionale sull’efficienza dei sistemi di giustizia del mondo. “Non possiamo andare avanti così. Il sistema giustizia in Italia è peggiore di quello di molti altri paesi africani come l’Angola, il Gabon, la Guinea e il São Tomé” ha detto Vincenzo Carbone, primo presidente della Cassazione.Secondo uno studio della Banca Mondiale, spesso i processi, dall’inizio sino all’ultima istanza, possono durare addirittura dieci anni. La lentezza del sistema giustizia la pagherebbero cara anche le casse dello stato italiano. Nel 2008 lo Stato ha dovuto pagare ai cittadini più di 32 milioni di euro di risarcimento per danni scaturiti a seguito del protrarsi dei processi. Il numero delle richieste di risarcimento è salito nell’anno passato, in rapporto all’anno precedente, del 19 per cento.Vie più, la crisi della giustizia civile, in tutte le sue articolazioni, cio' che interessa di piu' nella competizione globale, e' una delle cause della mancanza di investimenti stranieri.A fronte di tale quadro sconfortante della giustizia ordinaria (penale e civile) c'è un negletto, misconosciuto comparto della giustizia, quello tributario, che offre dati confortanti. Esso si articola in tre gradi, due di merito (Commissioni provinciali e regionali) e il terzo di legittimità (Cassazione). Attualmente i giudici tributari sono 4.241, con una carenza di oltre il 50% rispetto al previsto. Ciò nonostante, dai dati in possesso del CPGT (Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria) emerge che il tempo medio di definizione dei primi due gradi del giudizio di merito è di circa 18 mesi. Le sentenze dei giudizi di prima istanza sono appellate per meno del 15%, cioè quasi 9 sentenze su 10 sono accettate dalla parte soccombente, pubblica e privata.Percentuali di riforma delle sentenze in Cassazione, raffrontando quelle del processo tributario con i processi civili: circa il 33% ( il tributario) contro il 35% (sentenze del rito civile). Brevità e qualità sono i pregi della giustizia tributaria, insomma. L’arretrato della Commissione Centrale, per cui erano stati ipotizzati circa 40 anni di attività per il suo smaltimento, sarà azzerato- con buona probabilità - entro 5/6 anni, a seguito della modifica legislativa e dell’apporto dei giudici delle Commissioni Tributarie Regionali. Lo stesso Presidente Berlusconi ha evidenziato come il fondamentale ruolo della giustizia tributaria sia determinato dal fatto che l'applicazione della legge da parte dei magistrati tributari si ripercuota direttamente sul Bilancio dello Stato, ma che è altresì una giustizia poco conosciuta. Difatti, frequentemente sono trattate cause di migliaia, decine e centinaia di migliaia di euro, talora anche di milioni e persino di decine di milioni di euro, con l'esame di questioni complesse, di fatto e sopra tutto di di diritto interno (anche a livello costituzionale) e, sempre più frequentemente, di diritto comunitario. Il compenso di un giudice tributario e di 27,50 euro lordi (16,78 netti) per causa e, se relatore/estensore della sentenza, il compenso sale a 39 euro lordi (23,79 netti, 7 euro in più). Peraltro, al giudice tributario è concesso uno "stipendio" mensile di 300 euro lordi (183 netti). Egli, come Ludovico Ariosto scrisse sulla sua casa, potrebbe dire della propria retribuzione "Parva, sed apta mihi".