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« Invito | Napoléon » |
La droga è morte, prima psichica (degradazione morale) e poi (con lo sfacelo progressivo) fisica. Chi coltiva la droga, coltiva la morte. I campi di papavero da oppio (In Afganistan o nel c.d. "triangolo d'oro" del sud-esta asiatico) e quelli di coca in Colombia ed in altri paesi dell'America del Sud, dovrebbero essere irrorati di diserbanti o, se necessario, di napalm. I coltivatori (campesinos in sudamerica o pashtun in Afganistan) dovrebbero essere incentivati, con sostegni economici, a coltivare prodotti commestibili e/o ad allevare bestiame o pollame. Non possono e non debbono vivere procurando la morte agli altri (mors tua vita mea), come i virus, i batteri, le zecche, le zanzare anofele, dai quali ci difendiamo distruggendoli. I venditori di droga (dai grossisti agli spacciatori) sono venditori di morte, vili assassini. Non meritano alcuna pietà. Per vivere c'è il lavoro, con gli altri e per gli altri. Vendere droga è contro gli altri. Meglio allora, se non smettono, che muoiano loro, anzichè adulti e giovani (persino ragazzini di scuola media) e le loro famiglie e quindi la società, della quale l'uso delle droghe è un cancro in continua espansione, con costi altissimi in termini economici, morali e sociali.
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Inviato da: dinilu
il 26/10/2012 alle 00:15
Inviato da: dinilu
il 29/01/2011 alle 15:10
Inviato da: candydo
il 11/08/2010 alle 15:40
Inviato da: atakatun
il 11/07/2010 alle 17:34
Inviato da: dinilu
il 11/07/2010 alle 16:53