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Post N° 192

Post n°192 pubblicato il 19 Gennaio 2008 da dinilu
 

Scrive F.Z. a Beppe Severgnini: "Sentire prediche da pregiudicati, condannati, divorziati e via dicendo sulla morale cattolica è veramente triste".
E ben più triste sentire prediche da chi nel 1956 plaudiva i carri armati sovietici che massacravano i patrioti ungheresi che anelavano alla libertà; gli stessi carri armati che soffocarono 12 anni dopo la primavera di Praga. Per tacere dei 100 milioni di morti provocati dall'ideologia cui sembra ispirarsi Zuolo. Per tacere anche delle foibe dei compagni titini e della cacciata violenta di 300 mila istriani, di Porzus e del massacro da parte dei partigiani comunisti di 20 mila "fascisti", compresi preti e ragazzine (Pansa scripsit), nel c.d. triangolo rosso emiliano, fino alla fine del 1946, quando il Migliore, Togliatti, segretario/notaio di Stalin, il quale fece morire 20 milioni di russi (di fame, torture e gulag), si compiacque di dire "Basta".
Deprime, anzi suscita indignazione, sentire le prediche di Scalzone, di Toni Negri, di Edoardo Sanguineti, di D'Elia (campione di "Nessuno tocchi Caino", coerente difensore dei Caino, contro Abele) e di altri cattivi maestri, ideologi fomentatori dell'odio di classe (immemori, come la spoglia di Napoleone, anzi incuranti dei 100 milioni di morti in nome del sol dell'avvenir), odio che ha armato la mano delle Brigate Rosse.
Sconforta anche sentire le prediche di Sofri, il lottatore continuo/instancabile, oggi anagraficamente (quasi) Veglio della Montagna (il quale ordinava ai suoi ashishin "Va e uccidi"), armò almeno "moralmente" Bompressi che giustiziò Calabresi.
Curcio, assassino, è libero, come la Faranda e la Baraldini. Lollo l'incendiario di vivi (non di morti come i nazisti), vive libero al pari di Cesare Battisti, altro assassino comunista.
Chi muore giace e chi è vivo si dà pace. Se marxista. Quelli dell'altra parte, che non hanno ammazzato (colpendo alle spalle, come i Leonida comunisti amavano fare) alcuno, ma si sono macchiati dell'orrendo, esecrabile crimine del divorzio, sono maledetti e "dannati" senza riscatto e senza perdono.

 
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