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Post N° 342

Post n°342 pubblicato il 24 Febbraio 2008 da dinilu
 

Da  Panorama. "Il 27 febbraio, al tribunale di Roma, il gip Carla Santese dovrà solo decidere se approfondire le indagini, archiviare l’inchiesta (come ha chiesto il pm Giancarlo Amato) o rinviare a giudizio gli indagati. Ipotesi di reato: articoli 476, 479, 640 bis e 646 del Codice penale. Traduzione: falso in atti pubblici, appropriazione indebita e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La notizia che nel fascicolo 4620/07 c’è il nome di Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture, rischia di abbattersi sulla campagna elettorale del Partito democratico. Con Di Pietro è indagata Silvana Mura, deputata e tesoriere dell’Italia dei valori.
Come già ricostruito da Panorama nei numeri scorsi, i parlamentari Di Pietro e Mura sono l’anima dell’Italia dei valori fin dalla fondazione, il 26 novembre 2000, nello studio del notaio Bruno Cesarini di Roma. Giuridicamente si tratta di un’associazione non riconosciuta, senza fini di lucro, che per statuto “intende contribuire a contrastare abusi e ogni tipo di reato contro la pubblica amministrazione”.
Per farne parte ci vuole però un atto notarile e l’espressa accettazione del presidente. Un movimento ermetico al punto che dal 26 novembre 2000 a oggi i soci non hanno mai superato l’esorbitante numero di… tre. Chi sono? Il presidente è sempre lui: Di Pietro, l’ex pm di Mani pulite poi passato alla politica. Il tesoriere è Silvana Mura, un’ex commerciante di accessori e abbigliamento a Chiari (Brescia) che nelle interviste si racconta “amica di famiglia” di Tonino. L’unico incarico mobile è quello del segretario: inizialmente era Mario Di Domenico, amico e avvocato personale di Di Pietro. Poi qualcosa è andato storto, Di Domenico nel 2003 si è dimesso (”Dopo aver constatato irregolarità notevoli nella gestione economica” come ha fatto mettere a verbale davanti al magistrato) e da collaboratore di Di Pietro è diventato collaboratore della giustizia, da per Tonino a contro Tonino.
A fare da segretario, il 26 luglio 2004, è così arrivata Susanna Mazzoleni, moglie di Di Pietro e madre dei suoi figli Anna e Antonio. All’Idv si fa tutto in famiglia. Di Pietro, il presidente, nomina il tesoriere. Silvana Mura, l’amica di famiglia, in qualità di tesoriere prepara i bilanci. Di Pietro li approva. L’ultima parola spetta all’assemblea dei soci, ossia a Tonino, a Mura e a Mazzoleni.
E il partito? Il partito si chiama sempre Italia dei valori, ha lo stesso presidente dell’associazione, Antonio Di Pietro, e lo stesso tesoriere, Silvana Mura; ma giuridicamente è una cosa ben diversa dall’associazione Idv che prende i soldi. Un essere giuridico a due teste. Al partito infatti può iscriversi chiunque, ora anche via internet, ma in base allo statuto diventa un semplice “aderente”. A decidere su linea politica, candidature, alleanze, e soprattutto sui bilanci, è solo ed esclusivamente il presidente, Di Pietro.
Un presidente con poteri assoluti, tanto che nello scorso ottobre Giuseppe Tarantola, presidente della prima sezione del tribunale civile di Milano, ne era rimasto stupefatto: lo statuto “consente al fondatore di approvare i rendiconti preventivi e consuntivi per milioni di euro” senza praticamente alcun controllo. “Una società personale” l’ha definita Marco Pannella dai microfoni di Radio radicale. Il marchio è fondamentale, proprietà di Di Pietro: registrato a Genova il 1° agosto 2000, numero Ge2000C000346, con classe di protezione numero 38, 41 e 42, ossia come “marchio d’impresa personale”. Grazie a quel simbolo, dal 2001 a oggi all’associazione Idv, coi suoi tre soci, sono stati attribuiti 22 milioni e mezzo di euro. I giudici decideranno, se mai si arriverà al processo, se c’è stata truffa o appropriazione indebita".
Tonino, comunque, è stato sempre amato dai suoi colleghi per la sua pervicacia e santificato dal popolo per la sua adamantina onestà. Sono sicuro che l'inchiesta sarà archiviata, per insussistenza delle accuse, dal Gip Santese, come richiesto dal pm Amato.

 
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