Il roveto

John

John Elkann, vicepresidente di Fiat e presidente di Exor sbotta «Sono indignato, e mi rendo conto di non essere l'unico, per le strumentalizzazioni e manipolazioni e per la violenza delle parole e delle falsità su mio nonno Gianni Agnelli». Lui si indigna (non è l'unico: s'indignano pure la nonna Marella e ci sono i Dioscuri legali Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens, nonché tale Sigfried Maron, tutti citati in giudizio dalla mamma di John, Margherita de Pahlen, cui a un certo punto hanno cominciato a girare le pahlen). E il popolo italiano? Trilussa risponde "e la Reggina? - Allatta. - E er Principino? - Succhia. - E er popolo? - Se gratta. - E er resto? - Va da sé...". Il principino, un po' cresciuto, è John, nipote del "re" d'Italia Giovanni I.
John (Jacob, Abram, Giosué, Beniamino -del nonno Gianni-....) sull’iniziativa avviata dalla Agenzia delle entrate, che intorno a metà agosto ha aperto un’indagine sull’eredità dell’Avvocato, ha replicato: «Tutte queste vicende vanno affrontate nelle sedi adeguate e non sui media. Nessuna ripercussione sulla Fiat. A noi spetta il futuro». A Pantalone, invece, spetta il passato di migliaia (quante?) di miliardi erogati dallo Stato alla Fiat nell'arco di decenni, in base al principio che gli utili della principale azienda italiana erano privati e le perdite pubbliche. John (....) avrebbe potuto citare Joshua (Gesù): "Lasciate che i morti seppelliscano i morti". 
A chi gli chiedeva, poi, se, come ipotizzato da organi di stampa, l'inchiesta fiscale possa avere ripercussioni sull'Exor, Gianluigi Gabetti (Giangi direbbe l'Avvocato) ha risposto «escludo assolutamente che ci possano essere ricadute sulle società». Se lo esclude lui, che avrebbe escluso dall'eredità Margherita Agnelli (per costei ci sarebbero stati pacta ad excludendum tra Gabetti e Grande Stevens, a beneficio di John Elkann), stiamo sicuri. Giggi non è tipo da gabbare il prossimo. Dopo che Margherita non volle firmare, Giangi le disse "Tu non sei degna di essere la figlia tuo padre, io lo so e firmo". Giangi, come Minosse, "giudica(va) e manda(va) secondo c'avvinghia(va)".