Post n°2449 pubblicato il
27 Febbraio 2010 da
dinilu
«La legge è uguale per tutti». E' lo slogan della manifestazione nazionale organizzata dal «Popolo viola» («Poppolo rosso» con l'aggiunta dei quadrinariciuti italovaloriali), prevista a Roma in piazza del Popolo (viola, appunto). Ma non tutti sono uguali davanti alla legge. E poi, i giudici, cioé quelli che devono applicare la legge ai casi concreti, sono uguali per/verso tutti? Sull'uguaglianza mi torna in mente il motto di Napoléon, il compagno maiale-capo rivolta della "Fattoria degli animali": «Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri». Anche l'uomo, difatti, appartiene al regno animale. Ci credono ancora nell'uguaglianza anche Mario Monicelli e Andrea Camilleri, sommi Geni italici (un refuso porterebbe a Genitalici). In pittura si dice che il viola è un colore secondario, in quanto deriva dalla mescolanza dei colori primari blu e rosso. In teatro e in televisione abiti e oggetti di colore viola sono tuttora considerati malauguranti e, nei limiti del possibile, evitati. In epoca preromana nei popoli centro-italici il colore viola era legato alle carestie. È anche associato agli stati alterati di coscienza. Insomma, il viola porta sfiga ed è segno di alterazione psichica, nonché di invidia.
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