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Messaggi del 08/02/2008

Post N° 270

Post n°270 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da dinilu
 

Viaggiando sull'Orient Espress(o) n. 6 del 14.2.2008. La locomotiva/copertina del n. 6 mostra Crozza/Veltroni (vitti na crozza, anzi due) con il titolo "Posso vincere (ma anche perdere)". Crozza può vincere; vincere, forse, il festival satirico di Roccacannuccia o quello di Sgurgola Marsicana o quello di Canicattì. Sul primo vagone trovo Giorgio Bocca che parla di "Una politica da brividi", riferendosi allo "spettacolo offerto dai parlamentari in occasione della caduta di Prodi". Scrive George, il grande storico cuneese: "e se uno dei moderati non era stato al gioco omicida, veniva insultato...(con) "vecchia checca". Lo spettacolo...faceva venire i brividi, ricordava la ferocia della plebe napoletana nei giorni della restaurazione borbonica". Giorgio si riferisce al senatore Cusumano dell'Udc, il quale, dopo aver dato solidarietà a Mastella, inopinatamente vota a favore di Prodi, mentre si viene a sapere che un suo "strettissimo" ("culo e camicia" con lui, come si suol dire) collaboratore era stato assunto il giorno prima in un ente controllato dal Ministero delle Politiche Agricole. Giorgione, poi, si orripila (orrooore, avrebbe detto il povero Enzo Tortora) per la "ferocia" di un insulto verbale, molto più efferata e micidiale (ne uccide più la lingua che la spada) di quella dei partigiani comunisti, comunisti come Giorgio (già concorrente ai Vittoriali mussoliniani), i quali nel c.d. triangolo rosso emiliano massacrarono almeno 20.000 "fascisti", compresi preti e ragazzine (G. Pansa, "Il sangue dei vinti"), fino alla fine del 1946! Giorgio, da grande scrittore qual'è (scrisse "quando intercessi per Naria", il brigatista rosso) cesella: "Urla, gesti, facce, linguaggio da angiporto, da lupanare..."(sic) e da grande citazionista, quasi pari all'insuperabile Enzo Biagi (che scrisse persino la prefazione ad un volume di citazioni), evoca Rino Formica e "il famoso sindaco radicale di Lione Herriot" (forse già citato da Biagi). Bravo (come disse Clint Eastwood a Lee Van Cleef, alias colonnello Mortimer, alla fine del western di Leone "Per qualche dollaro in più").
Nel secondo vagone N.P. parla di un altro Giorgio (è proprio la giornata!), il Cremaschi, leader dell'ala massimalista della Cgil, quello che ama ripetere, seguendo Sergio Cofferati suo ex capo ("seguid vuestro jefe" stava scritto sulla polena della nave comandata da Benito Cereno nell'omonimo long tale di Melville) "brodo di cultura" a proposito dei brigatisti rossi & associati.
Seduto dirimpetto c'è G. Cap. il quale ci informa che "La città de L'Aquila vuole cancellare via Bettino Craxi": difatti il sindaco diessino (ora piduino) Cialente non vuole inaugurare tale via, già deliberata dalla precedente giunta di centrodestra. Invito i sindaci di centrodestra a cancellare le vie intestate a Palmiro Togliatti, alias Ercole Ercoli, notaio impassibile dell'opera di Stalin il quale tra fucilazioni, gulag e carestie programmate -in particolare a danno degli ucraini (5 milioni ne morirono: l'Holomodor), fece "fuori" più di venti milioni di russi. Poi il fedele e silente Palmiro avallò in Italia le foibe, la cacciata degli istriani e gli assassini di fascisti nel dopoguerra, come sopra ricordato, promuovendo una grande amnistia conciliatrice.
Nel successivo wagon incontro il grande Michele Serra che titola la sua satira preventiva (questa mia è successiva) "Silvio (Berlusconi) vince col lodo menefrego". E, aggiungo io, Walter (Veltroni)  vince "col c...!", caro Michele, dantescamente 6° dopo l'Arcangelo, Bongiorno, Sant'oro, Cucuzza e Placido.
Nel vagone "di lusso" Edmondo Berselli espone "Il sogno di Walter". Edmondo l'onirico, Smorfia alla mano, ci dà a bere (pure lui) che Walter rappresenterebbe il nuovo a Palazzo Chigi (dopo i nuovi water installati nell'ultima ristrutturazione dei bagni). Nuovo Valtere (così er Piotta) che frequentava Montecitorio quindici anni prima di Berlusconi, quando questo self made man lavorava sodo per costruire la sua "fortuna". Edmondo ironizza sulla "Invencible Armada" del Caballero che si trasformerà in un'armata Brancaleone e riporta una frase di Dario Franceschini, il numero due del Pd (ma gli adepti del Pd si chiamano piduini o piduisti?), chiosando che così "recita (Dario), che è un letterato e uno scrittore di romanzi (vedi il realismo magico di "La follia improvvisa di Ignazio Rando"), che cita a sua volta "I promessi sposi". Insomma, come  Vincenzo Monti era detto "il traduttor de' traduttor d'Omero", Edmondo è "il citator dei citator di Manzoni". La follia (mi viene in mente quella di Almayer, descritta da Joseph Conrad) di Rando. Rando chi? Marlon (b)Rando?
Edmondo menziona anche la Rosa bianca (definita crisantemo da Fini) di TaBacci(ni) e Marco Follini (che "il gran rifiuto" a favore di Prodi lo fece non per viltade, ma per eroismo da leone, anzi da Leonida, sprezzante della conferma a Direttore dell'Agenzia del Demanio della propria moglie arch. Elisabetta Spitz, già nominata da Tremonti quando Marco era vice di Berlusconi, da parte di Vincenzo Visco.
Edmund poi si raffrena "Può anche andar male, per carità, non siamo mica Superman", indi supera di slancio il dubbio e dice "noi attaccheremo: l'Armada è un coacervo di mercenari" ed annuncia il proposito già prodiano "Di nuovo sul pullman, come nel 1996" e "Voglio andare in tutte le province d'Italia, nessuna esclusa": anche in quella con sigla VF (quella di Grillo). Aggiunge ancora Edmo che "resta solo il problema della corsa a handicap, con la destra avanti almento dieci punti", ma nessun problema "gli "obamisti" del Pd, quelli che scommettono sull'effetto Obama, giurano che fra un mese i conti saranno da rifare". Vedo Walter, seduto sull'imperiale del pullmann, cantare a squarciagola "Vorrei la pelle neera, vorrei la pelle neera...". La conclusione di Ed è "ride bene chi ride ultimo". Non sarà Wave Flabby Cheeck!
Marco Damilano (DaMosca fino al 1989) in un angolo del vagone parla della "Cosa rossa di rabbia", del "nuovo uomo forte del partito, il ministro Paolo Ferrero" (detto Nutella, il Maovaldese, che confonde Mao con Dio: "Mao Dio o Dio Mao") e l'altro ministro Fabio (come Fazio) Mussi, il mezzo toscano, come Amintore Fanfani.
Nel vagone appresso c'è Peter Gomez, quello che scrive a quattro mani con Marco Travaglio, il quale rivela "quanti politici (per lo più di sinistra, compresi quelli transitati dalla destra alla sinistra) finiti nella spazzatura" e rivela che "nella colonna degli sponsor appare il nome del ministro dell'Innovazione Luigi Nicolais" (nicolaisso, nicolaessa e nicola o' malamente). Poi cita, tra gli altri (capogruppo ds alla Regione, fedelissimo di De Mita, ecc.) "Andrea Losco, oggi eurodeputato rutelliano": Losco, nomen omen.
Sull'ultimo vagone c'è Emiliano Fittipaldi (parente del famoso corridore di formula 1?) il quale ci svela i segreti dell'ultimo concorso (nel 2004) per notaio: "orali non verbalizzati, prove scritte prima bocciate e poi promosse, erro gravi premiati, candidati ammessi agli orali nonostante errori da somari" (i candidati al recente concorso per la magistratura non sono stati da meno!). I notai "lobby con timbro e sigillo" (scrive Emiliano) guadagnano molto, anche per attività, quali l'autentica di firma, a portata di un comune funzionario pubblico.
Mi è capitata per le mani la certificazione da parte di un notaio russo (una donna) della conformità all'originale di un atto dell'amministrazione russa: compenso di 10 rubli, pari a 551 vecchie lire, cioè circa 26 centesimi di euro. Un notaio italiano quanto avrebbe preteso?

 
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Post N° 269

Post n°269 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da dinilu
 
Tag: Feti

La Cassazione francese ha statuito che i feti nati morti hanno diritto a un nome: avranno stato civile e funerali, come i bambini prematuri.
Questo nella laica Francia, patria dell'Illuminismo. Ma nella cattolica Italia siamo più illuminati ("d'immenso", secondo Ungaretti), talché i feti non sono essere umani, persone.

 
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Post N° 268

Post n°268 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da dinilu
 

Ho visto su Libero l'organigramma di dirigenti e giornalisti della Rai che rappresenterebbe la mappa della lottizzazione politica dell'ente radiotelevisivo pubblico.
Tanti nomi rossi (di sinistra) e pochi azzurri (di centrodestra).
La Rai ha reagito ferocemente, punta sul vivo (anche sul vero?).
Ho notato, di sfuggita, un Paolo Petruccioli (rosso), una Anna Maria Catricalà (rosso), un Glauco Benigni (rosso), un Gianluca Veronesi (rosso), un Procolo (!) Mirabella (rosso), una Paola Manisco (rosso). Mere omonimie: honi soit qui mal y pense.

 
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Post N° 267

Post n°267 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da dinilu
 

Dall'unione di Forza Italia e Alleanza Nazionale nasce il Pdl, Popolo delle libertà.
Veltroni commenta: «È certo un tentativo di rispondere alla nostra sfida ma il problema non è fare il maquillage ma fare una scelta coraggiosa. Non conta il cambio di vestito ma la sostanza» (le virgole prima dei "ma" non ci sono nel testo ripreso da un grande quotidiano).
Lui, comunista dall'infanzia, con militanza nella Fgci, nel Pci, nel Pds (di cui è stato segretario) e nei Ds, è stato direttore dell'Unità e, come parlamentare comunista per oltre 20 anni, "gode" di una pensione mensile di 9.018 euro (9 volte il salario di Cipputi, del quale è "più uguale": Orwell), oltre all'indennità di Sindaco di Roma.
Lui che ha manovrato per l'aferesi, da Pds a Ds, e per l'apocope, da (P)Ds a Pd, cambiando cioè l'etichetta della bottiglia, ma lasciandovi lo stesso vino rosso/marxista.
Lui, Valtere (così Er Piotta), Flabby Cheeck (guance cascanti), parla di maquillage! Si facesse il maquillage lui, alle guance.

 
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