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Messaggi del 11/05/2008
Marco Travaglio attacca il presidente del Senato Renato Schifani durante la trasmissione «Che tempo che fa» condotta da Fabio Fazio. Marco (l'evangelista laico) spiega: «Ho solo citato un fatto scritto già nel mio libro e in quello di Lirio Abbate, giornalista dell'Ansa minacciato dalla mafia e cioè che Schifani aveva avuto rapporti con persone poi condannate per mafia. È agli atti societari della Sicula Brokers fondata da lui, Enrico La Loggia, Mino Mandalà, condannato come boss mafioso, e Benny D'Agostino, condannato per concorso esterno. O si chiede conto a Schifani di questo o non si celebra Abbate come giornalista antimafia». «E poi, — continua — a Fazio ho spiegato che se dopo De Nicola, Pertini e Fanfani, ci ritroviamo con Schifani sono terrorizzato dal dopo........».
Dopo un travaglio, invece, cosa troveremo? Dipende dall'animale che deve partorire.
Maurizio Gasparri precisa: «Travaglio trae conclusioni arbitrarie. Schifani ha avuto a che fare con persone che 18 anni dopo sono state indagate. Di Fazio, megafono della calunnia, non vale la pena parlare».
Marco Travaglio 18 anni fa con chi aveva a che fare? Certamente con persone degnissime. Come oggi (Sant'oro, Fazio, ecc.).
Travaglio il giornalista egregio (ex grege), ubiquo e prolifico (di scritti, non di figli): compare difatti in tante trasmissioni e scrive su giornali e riviste (anche femminili, come "A" della Latella); scrive anche libri a quattro e sei mani (fosse turco, scriverebbe anche a ottomani). Più che Trav-aglio, Trav-prezzemolo.
Marco, avendo scritto "L'odore dei soldi", ha rivelato di essere dotato di un fiuto straordinario, da Guinness dei primati, per i soldi (mi viene in mente un personaggio del "Gargantua e Pantagruele" nomato, per il suo fiuto, Snasaculo). Ma solo dei soldi di destra, che sono sterco del diavolo, demaledetti, mentre i soldi di sinistra sono debenedetti.
Paolo Ruffini, direttore di Rai Tre stigmatizza le dichiarazioni di Travaglio «gratuitamente offensive nei confronti della seconda carica dello Stato. Bene ha fatto Fazio a dissociarsi ». «Fazio non si è dissociato — corregge Travaglio —. E Ruffini pensi alle sue violazioni come la censura del programma di Sabina Guzzanti Raiot».
Fazio, conduttore di "Che tempo che Fa(zio)", sicuramente non è Fazio(so)! Fabioventimiliardidilire non si dissocia, ci mancherebbe! Lui tende ad associarsi (intanto nel 2005 il "poverino" ha dichiarato un reddito di soli 616.131 euro). Mellifluo, con il micropizzetto, Fabio si avvale di partners formidabili, come il gigante Paolo Rossi (nato Neri, essendo stato il padre fascista), il sublime/ieratico/trasognato/stralunato Cornacchione (nomen omen) e l'impareggiabile (come la terra della poesia di Quasimodo) Luciana Littizzetto (te l'attizza con le sue ostentate poppealtrochelaBellucci), la quale nel 2005 ha dichiarato 1.824.084 euro, alla faccia di Cipputi e, verbigrazia, del cardinale oggetto dei suoi strali da malcontenta.
Quanto a Raiot, il titolo più appropriato sarebbe dovuto essere, per il "valore" artistico, Raizer (avant lettre di RaiAnnoZero di Sant'oro & Travaglio, con il rincalzo della Beatrice Borromeo, noblesa oblige).
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*I romani (quelli antichi, tosti: "moribus antiquis res stat romana virisque") concreti e pragmatici dicevano: "Nihil sine umbra, sine umbra nihil", cioé nulla esiste che non faccia ombra e ciò che non fa ombra non esiste.
Potrebbe essere il motto del governo ombra di Veltroni, romano moderno (morbido, buonista, maanchista, de pajata)?
*Nel Pci c'erano i miglioristi, a Roma "li mejoristi". Nel Pds c'erano a Roma "li meyeristi", quelli della teca-sarcofago dell'Ara Pacis, anzi la bAra Pacis.
*Di Pietro non fa parte del governo ombra di Veltroni. Tonino ministro ombra? Egli è ombroso, umbratile, ma sempre come un solido, roccioso, terragno homolisanus. Altro che amaro lucano: amarissimo molisano, Walter!
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Berlusconi ed il suo governo intervengano al più presto ed incisivamente su problemi scottanti come la sicurezza/immigrazione clandestina, i rifiuti napoletani, la riforma della giustizia (a cominciare dalla separazione delle carriere fino alla responsabilità dei giudici che aberrano/sbagliano e/o fanno uscire criminali per decorrenza dei termini), ecc. Altrimenti, a fronte del governo-ombra di Veltroni, ci sarà un'ombra di governo!
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V. Bossi, a proposito dei delinquenti stranieri, ha esortato: "Apriamo gli occhi e non facciamoci distogliere dal fatto che il vero problema è in casa nostra!".
Bossi, all'evidenza poco informato, appare lui distolto dal considerare il "particolare" che i delinquenti stranieri spesso "lavorano" in proprio, formano bande o clan, soppiantando ed emarginando anche la malavita locale (che spesso superano in efferatezza) o quantomeno accordandosi con la stessa. Nello spaccio di droga, ad esempio, la classifica vede maghrebini (alla Azouz), neri nigeriani/senegalesi, albanesi e rom ai primi posti. Bossi, inoltre, non considera che di delinquenti, capi e manovalanza, ne abbiamo anche troppi di "nostrani" e non abbiamo bisogno di importarli dall'estero come il petrolio o altre materie prime, anche alimentari, di cui siamo privi o scarseggiamo.
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E' proprio vero che tanti comunisti "de fero" (dopo l'89 un po' arrugginito), come pure i radical-chic (alla Beatrice Borromeo o alla Milly Moratti o alla Furio Colombo) hanno il cuore a sinistra ed il portafoglio a destra. Nel 2005 Roberto Benigni ha guadagnato solo 3.580.995 euro, meno dei coniugi Costanzo/De Filippi (oltre 8.000.000) e di Beppe Grillo (4.274.000), ma più di Claudio Bisio (2.299.611), di Umberto Eco (2.128.419), di Luciana Littizzetto (te l'attizza con le sue ostentate poppealtrochelaBellucci: 1.824.084 euro), del monegasco Ezio Greggio (1.532.000) e di Fabio Fazio (616.131). Quest'ultimo, però si è beccato da mamma Rai 20 miliardi di vecchie lire a titolo di risarcimento danni (il povero Enzo Biagi si contentò di una buonuscita di 1,5 milioni di euro). Non sono riuscito a sapere quanto hanno guadagnato in quell'anno Adriano Celentano, EuGenio Scalfari, Marco Travaglio, Soru, Illy, Carlo De Benedetti (tessera n. 1 del PD) e tantissimi altri compagni demo(pluto)cratici.
Il compagno Cipputi, l'operaio eroe di Altan, nel 2005 ha guadagnato, forse, 20.000 euro, ma è entusiasta di essere in compagnia, "alla pari", dei sullodati, con cui divide villa sul Tigullio (Grillo) o a Pantelleria (Visco) o a Massa Martana (Bertinotti), nonchè yacht (D'Alema) e tanto altri beni materiali (immobili e mobili) ed immateriali.
Napoléon, il protagonista de "La Fattoria degli animali", proclamò la legge rivoluzionaria "Siamo tutti uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri". Quanti Napoléon in giro, Cipputi: più che nei soppressi manicomi.
Tuttavia, Cipputi, chi si contenta, gode. Che goduria, diceva Totò, principe De Curtis. Ma " 'A livella" c'è solo con la morte, magari bianca, Cipputi.
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Inviato da: dinilu
il 26/10/2012 alle 00:15
Inviato da: dinilu
il 29/01/2011 alle 15:10
Inviato da: candydo
il 11/08/2010 alle 15:40
Inviato da: atakatun
il 11/07/2010 alle 17:34
Inviato da: dinilu
il 11/07/2010 alle 16:53