Il roveto

Post N° 571

Giuseppe D'Avanzo su la Repubblica di oggi, risponde ad una lettera di Marco Travaglio.
Dapprima descrive "il metodo Travaglio", il quale "afferra un fatto controverso (ne è consapevole perché non è un fesso). Con la complicità della tv -...e di un inerme Fazio- lo getta in faccia agli spettatori lasciandosi dietro una secrezione velenosa che lascia credere:<<Anche la seconda carica dello Stato è un mafioso...". Basta leggere i blog per rendersene conto. Anche se Travaglio non l'ha mai detta, quella frase, è l'opinione che voleva creare. Se non fosse un tartufo, lo ammetterebbe".
Indi rivela che Travaglio "l'8 agosto 2002 telefona a Giuseppe Ciuro, con cui stava in vacanza (forse) in un residence nei dintorni di Trabia, e gli chiede di occuparsi dei <>. Ciuro (è un) sottufficiale di P.G., condannato a 4 anni e 6 mesi per avere favorito Michele Aiello (sua volta) condannato a 14 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso". 

Poi aggiunge che "Fonte maligna perché intenzionale e non indipendente (cioé) l'avvocato di Aiello...dice di aver saputo dal suo assistito che, su richiesta del Ciuro, Aiello ha pagato l'albergo a Marco".
Da ultimo commenta: "Davvero qualcuno...può credere che Travaglio debba delle spiegazioni soltanto perché ha avuto la malasorte di farsi piacere un tipo (Giuseppe Ciuro) che soltanto dopo si scoprirà essere un infedele manutengolo?", ed aggiunge "anche Travaglio può essere travolto dal "metodo Travaglio".
Mi sovviene la parabola dell'adultera ("chi è senza peccato scagli la prima pietra") o l'altra della pagliuzza e della trave (nell'occhio) o il detto popolare "chi la fa, l'aspetti".