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Messaggi del 16/05/2008
Il governo spagnolo ha accusato l'Italia di xenofobia. Riferendosi agli arresti di massa - in soli sette giorni oltre 400 clandestini finiti in carcere- la vice di Josè Luis Zapatero, Maria Teresa Fernandez de la Vega, ha detto «No alle espulsioni» ed ha aggiunto di «non condividere la politica di espulsioni» a suo parere attuata in Italia.
Eureka! Trovata la "soluzione finale": i clandestini che delinquono li mandiamo tutti in Spagna.
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Scrive Pierluigi Battista sul Corsera, a proposito dei rom: "...nevrosi collettiva che invoca espulsioni in massa e guarda con negligente distrazione ai raid anti-rom che assomigliano troppo alla dinamica feroce di un linciaggio....se l’Europa chiede un pronunciamento solenne del governo italiano che condanni la spedizione punitiva a Napoli, è bene che il destinatario della richiesta non indugi troppo nella risposta.... E Il governo... affronti l’allarme sociale con intelligenza e fantasia ma senza varcare la soglia della concessione populista alla mistica della repressione, dell’inasprimento insensato delle pene, dell’affollamento di carceri già sature, sempre al limite della decenza, se non dell’invivibilità".
Fermo che le persecuzioni di massa sono da deprecare ed impedire, si vede che Pigi (come il Principe Giovanni del Robin Hood disneyano) vive da anni, al pari dei politici di Bruxelles, della Beatrice Borromeo, la contessina noblesa oblige, dei Sant'oro & Ruotolo & Barbacetto & Bindi & Rigoldi e tanti altri, vicino ad un campo rom, spesso andando tra loro ovvero ospitandoli a casa propria.
Che pena, Pigi, fanno i rapinatori, i ladri, gli stupratori, gli spacciatori, gli sfruttatori di donne e bambini! Che pena infinita per i Caino, per la loro dignità di "esseri umani" umiliata e soprattutto per i loro corpi (quelli delle vittime, gli Abele, valgono zero, come l'Anno sant'oriano) privati della libertà di "movimento" utile alla società e al Pil (le vittime martoriate possono essere ben private della vita e/o della salute fisica e/o psichica). Orrende queste carceri così affollate, indecenti, invivibili! I morti, invece hanno tutto il tempo, lo spazio e la decenza; manca loro solo la vivibilità!
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Anno Zero (o A'nno zero?). Un immigrato dà del delinquente a Castelli. Sant'oro interviene e redarguisce, con espressione che sembra, ad un osservatore poco attento, un sorrisetto compiaciuto, ma è, invece, sincero e profondo rammarico, pari a quello di Fabio Fazio per Travaglio. Sant'oro, tuttavia, a differenza di Fazio, non chiede scusa per l'offesa nei confronti di un sottosegretario della Repubblica: invero, l'offensore non stava nello studio con lui, ma con Beatrice Borromeo, la cognatina di Lapo Elkann, la quale pendeva dalle sue labbra, eruttanti parole gentili ed affettuose.
Travaglio smentisce seccamente di aver avuto pagata nel 2002 una vacanza da persona non specchiata, e Marco, come Bruto, è uomo d'onore: gli crediamo sulla parola. Indi ricorda al sindaco di Verona Tosi la condanna "per istigazione al razzismo" con sentenza della Corte d'Appello, poi annullata dalla Cassazione, come precisato da Tosi.
Castelli, a sua volta, querelerà Travaglio, che aveva riferito di una sua "condanna", mai inflittagli, in sede penale. Querelerà anche l'immigrato?
Costui rivendica il diritto di qualunque extracomunitario di venire in Italia, senza essere stato chiamato e di restarci, comunque. "Siamo essere umani" ha esclamato. Indubbio. Ma sono essere umani anche i clandestini che rapinano o rubano, stuprano, spacciano droga, sfruttano donne e bambini, vendono prodotti contraffatti (40.000 ambulanti, almeno), mendicano, beninteso senza pagare alcuna tassa, ma sfruttando i servizi sociali (sanità, trasporti, assistenza, ecc.)....
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Il grido incitativo di Marco Travaglio è "Se d'avanzo, seguitemi!". Sembra che Marco, da giovane, fosse di destra.
D'Annunzio, nella bella poesia dedicata alla madre ("Consolazione") scrisse: Non pianger più. Torna il diletto figlio alla tua casa. E' stanco di mentire...", chiudendo con "Tutto sarà come al tempo lontano. L'anima sarà semplice com'era; e a te verrà, quando vorrai, leggera come vien l'acqua al cavo de la mano".
Mutatis mutandis, il vate scriverebbe "Marco, non rider più...(non) sei stanco di dire la verità?".
Ahiel (direbbe Castelli, in bergamasco), cioè ahilui, Marco, immeritatamente "ironizzato" (Luca Giurato, anglofilo, direbbe "aironizzeto", come Banfi) da Giuseppe (non d'Arimatea, ma) D'Avanzo.
Quest'ultimo, nuovo Cartesio, ha scritto "Il discorso sul metodo" (Travaglio), citando a sproposito tali Ciuro e Aiello, in odore di mafia. Scriverà anche sul "metodo Grillo"?
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Inviato da: dinilu
il 26/10/2012 alle 00:15
Inviato da: dinilu
il 29/01/2011 alle 15:10
Inviato da: candydo
il 11/08/2010 alle 15:40
Inviato da: atakatun
il 11/07/2010 alle 17:34
Inviato da: dinilu
il 11/07/2010 alle 16:53