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Messaggi del 01/06/2008

Post N° 638

Post n°638 pubblicato il 01 Giugno 2008 da dinilu
 

Viaggiando su l'Espress(o) Orient (n. 22 del 5 giugno), sorbendo un espresso (non più di caffé Illy, malandato, cioé andato a male).
Sul primo vagone appare la consueta vignetta di Altan (quello di Karlo Cipputi, il quale la banana talora ce l'ha in mano e talora no, perché l'ha dove non si vede). Ci sono due ciclisti: uno dice "Ci vorrebbe un doping sconosciuto" e l'altro risponde "E provare con la cacca di cane?". Umorismo di Bassan lega, anzi di cacca (di cane)!
Sul vagone successivo c'è Giorgio Bocca, il vegliardo (arde insonne) il quale ("Se Silvio canta...") rivela "Quando lavorai per qualche tempo nelle televisioni di Berlusconi, e lo difesi nei giorni in cui le avevano oscurate, Eugenio (Scalfari) mi disse bonariamente <<Giorgio, sei innamorato di Berlusconi>>. Per fortuna gli amori passano". Certo, Giorgio. Da giovane eri innamorato di Mussolini, come tanti altri (Ingrao, Vittorini, Lajolo, Bobbio, ecc.), ma poi l'amore passò, come il fascismo.
Terzo vagone, anzi va-gon-cin: ci sta Minxin Pei, un misto di Lao Tse, anzi di Mao Tse (Tung) e Confucio, il quale recentemente, riguardo a "Pechino e la Casa Bianca", aveva scritto: "Pechino pare meno preoccupata all'idea di un presidente democratico rispetto a uno repubblicano". Un siculo, pensando al Tibet ed alle Chinatowns italiane (Milano, Prato, ecc.), direbbe: "Minxia, allora vinca McCain!". Pei ora scrive: "Quei giovani nazionalisti", cinesi beninteso, i quali, "in patria e all'estero ha(nno organizzato...contromanifestazioni...anti-occidentali...virulente", precisando che "i media ufficiali che hanno diffamato il Dalai Lama e i suoi sostenitori occidentali stanno alimentando il fuoco nazionalista". Pensando ad un milione di tibetani uccisi dai cinesi, che ora stanno cinesizzando il Tibet (attualmente vi abitano 7 milioni di cinesi contro 6 milioni di tibetani), reputo che il "patriottismo" dei giovani arrabbiati cinesi sia un fuoco di paglia usata (di stalla).
Quarto vagone: c'è Piero Ignazi, icastico professore di Politica comparata a Bologna (Bononia docet o nocet? Valeria Marini, bonona, sicuramente iuvat, giova), barbetta bianca, pur sorridendo, lamenta (come Portnoy) una "Deriva populista", notando che "Gli osservatori stranieri temono che l'Italia sia il laboratorio di una nuova forma di regime politico". Piero, ignori che, in "casa", il professor Di Pietro, già docente a Castallanza (o Castellanza?), parla di "dittatura dolce"? L'esimio professore, prossimo emerito, nel suo alato "pezzo" snocciola termini ricercati, a misura dei colti lettori: nitore, out, burbanzosa, neo-crispine (Nando: "che c'azzecca er neo di Crispino? Manco fusse quelo de Vespa!"), community, peana (er Piotta dice: "Pe' Ana? Ched'è 'sta Ana?"), post-moderna (Romoletto direbbe "che c'azzecca la Posta?").
G.S. rivela che "Tremonti tifa Max", proprio lui Massimo D'Alema, che Giulio, in procinto di lasciare la presidenza dell'Aspen, vorrebbe suo successore, anziché Enrico Letta. "I due big sono uniti da una donna...Marta Dassù, Direttore Generale dei programmi internazionali dell'Aspen... francese (è parente del generale Dassu?)  con amici importanti negli Usa...fino a ieri la principale consigliera di D'Alema alla Farnesina". Massimo canta la tramontana: "Dassù Traimonti...." ovvero rivede il film "Dassù qualcuna mi ama" (la vita di Rocky Graziano, pugile peso medio, non massimo).
C'è un vagone occupato da un solo passeggero: il mitico Serra Michele (VI dopo l'Arcangelo, Bongiorno, Sant'oro, Cucuzza e Placido), il quale, questa volta, lascia stare i santi e scherza con i fanti, titolando la sua satira preventiva "Contro gli scippi corrono i bersaglieri". Geniali (pensa se Michele si chiamasse EuGenio, come Scalfari: nomen omen) boutades sull'impiego delle forze armate per l'ordine e la sicurezza. Un demone (Farfarello) stanotte mi ha sussurrato all'orecchio, alitando vapori sulfurei: "If, cioé se. Se alla moglie di M. accadesse di incontrare un Mailat; se la madre di M. fosse scippata e, trascinata, si fratturasse un femore e/o un braccio; se la figlia di M. venisse stuprata e magari poi uccisa; se la casa di M. venisse invasa da ladri o rapinatori, magari mentre M. sta dormendo e, svegliatolo, gli chiedessero dove sta la cassaforte, come fu "chiesto" ai coniugi Pellicciardi...se il figlio di M. acquistasse droga da un maghrebino, come Azouz...se......".
Altro vagone, foderato di banconote da 500 euro: c'è Alessandro Profumo, intervistato da Stefania Rossini, che titola "Il Profumo dei soldi". Mi sovviene "L'odore dei soldi" di Marco Travaglio, il RobesMarc (RobesPierre è, magari, Morando) d'Italia, l'inesausto (come l'urna dannunziana) scrittore di libri a quattro e sei mani (fosse turco scriverebbe a ottomani), ubiquo frequentatore di quotidiani e riviste (anche femminili, come "Anna" della Latella), nonché di salotti e talk show: insomma, più che Travaglio, Travprezzemolo, dotato per di più di un fiuto infallibile per i soldi altrui, ma solo di quelli di destra, sterco del Diavolo, perciò demaledetti, mentre quelli di sinistra sono oro santo, perciò debenedetti (un personaggio del Gargantua e Pantagruele, dall'olfatto finissimo, ha l'espressivo nome di Snasaculo).
Leo Sisti, titolando "Fra xenofobia e terrorismo" intervista il giudice spagnolo Baltasar Garzòn " il <> come lo chiamano i connazionali, che da anni dà la caccia a Osama Bin Laden, ad Al Qaeda e al terrorismo di matrice islamica". Caccia a Bin Laden? Col Kappa(2) che lo trova Baltasar, il quale, intanto, "trova" il destro, anzi il sinistro, di criticare a modo suo l'operato del governo italiano e persino l'ultima direttiva europea riguardo ai clandestini.
Vagone rom: "Nomadi sarete voi", titolano G. Del Vecchio e S. Pitrelli. A sentire loro i rom sono tutti ottime persone: "il (loro) primo desiderio è una casa. E sognano sicurezza e lavoro". La casa: quella degli altri. La sicurezza propria: per difendersi dai ladri, stupratori, spacciatori, mendicanti, aggressori, ricattatori italiani. Il lavoro: quello degli altri, che pagano le tasse, rispettano le leggi e subiscono i reati di ogni tipo. Concludono i due "quando gli chiedi: <>, il 55% ti risponde <>. Addirittura più della propria comunità (47,5%). Una risposta da cittadini modello". "Cittadini modello" loro, i rom. Sono assolutamente d'accordo. Tu, no? Sei uno stupido razzista! 
Umberto Eco, nell'ultimo (last but not least) vagone, chiude con la sua "bustina di minerva" trattando il caso de "I <> del triennio", in cui difende le lauree triennali, deprecate da molti. L'intellighentzia (per antonomasia) di sinistra strepita: "Nobel a Eco....Nobel a Eco....Nobel a Eco....". L'eco risponde, monotono: "No....No....No....".

 
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