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IL CIELO SOPRA BERLINO È AZZURRO  (II PARTE) Seconda giornata – 22 luglio  SUPER LIFESAVER Manca la campionessa europea della specialità, l’olandese Maartje van Keulen, mentre la campionessa mondiale uscente, la spagnola Patricia De Diego, è squalificata nelle eliminatorie. Le nostre atlete però non sfruttano la situazione e, sebbene i tempi della finale non siano in media eccezionali, non si va oltre un quarto ed un quinto posto. La tedesca Katrin Altmann, dopo l’argento a Torpedo, conquista il primo oro dei padroni di casa, affermandosi in 2’32”39. La segue la veterana australiana Jenny Parry, campionessa mondiale del 2002 e del 2004, col tempo di 2’33”42, mentre terza è la belga Nele Vanbuel in 2’33”69. A soli quattro centesimi dal podio la nostra Elena Prelle, il cui 2’33”73 rappresenta comunque il suo miglior risultato stagionale, ma questa gara sembra maledetta per la paladina azzurra, che non è mai andata su un podio europeo o mondiale in una specialità in cui detiene il record del Mondo (2’28”39). Solo quinto posto, con 2’34”21, per Martina Mariti, le cui aspettative erano certamente maggiori. Nelle eliminatorie Elena e Martina avevano ottenuto rispettivamente il secondo (2’35”23) ed il sesto (2’36”06) tempo.Più alto rispetto a due anni fa, invece, il livello della gara maschile, che per la prima volta vede l’affermazione di un atleta del Bel Paese: è il mitico Germano Proietti, che dopo il bronzo del 2002 e l’argento del 2006, arriva finalmente all’oro, bissando il successo dell’anno scorso agli Europei e riprendendosi il record italiano che gli era stato scippato agli Assoluti Primaverili. Il tempo di Ciccio è infatti 2’12”17, sei centesimi in meno del limite precedente di Carpentieri (2’12”23). Staccatissimo, ben due secondi dietro, il secondo classificato, il neozelandese Glenn Anderson, che esulta per aver portato il record del Commonwealth a 2’14”37; mentre al terzo posto giunge l’atteso australiano Chris Allum, con 2’14”85. Non rende come a Livorno Mariano Carpentieri, il cui esordio con la Nazionale Assoluta si conclude con un amaro quarto posto in 2’15”42. Un risultato comunque giustificabile per un debuttante, se si pensa che un veterano della specialità, il tedesco Soren Borch, che ambiva almeno al podio, ha mancato perfino la finale A, vincendo poi quella B in 2’16”. In mattinata, Mariano era entrato in finale col terzo tempo (2’17”24), Germano col sesto (2’18”71). MANICHINO CON PINNE Marcella Prandi è superiore a tutte. Già lo fa capire in batteria, dove distanza le avversarie, realizzando 59”38. Già questo tempo sarebbe bastato in finale per l’oro, ma Marcella vuole strafare e conclude con un eccellente 58”02. Questa è la sua quarta medaglia consecutiva nella specialità in un Rescue, dopo l’oro del 2002 e il bronzo del 2004 e del 2006. Era attendibile anche il secondo posto della tedesca Aline Hundt, che conclude in 59”72, mentre terza non è, come da pronostico, la connazionale Anke Wieland (appena sesta), ma la neozelandese Julia Toomey, che realizza 1’01”11, appena tre centesimi meglio della cinese Jiefen Huang. Isabella Cerquozzi centra l’obiettivo finale, giungendo ottava nelle batterie in 1’02”25, ed alla fine si piazza settima in 1’02”81.Dall’altra parte, nell’atteso duello tra il sudafricano Armand Marais, detentore del record mondiale con 49”49, ed il nostro Nicola Ferrua, recentemente avvicinatosi a tale limite, ha avuto la meglio l’oceanico di Alessandria. Nico detta legge, e da subito: 50”60 nelle eliminatorie e grande record mondiale in finale, 49”42! Nonostante, negli ultimi cinque anni ci siano stati diversi italiani a siglare il primato del Mondo a Pinne (Mastrostefano, Proietti, Torre, Procaccia e lo stesso Ferrua), Nicola è il primo italiano ad aggiudicarsi questa gara ad un Mondiale e a battere il limite intercontinentale con il trasporto a stile fuori dall’Italia. Marais, così, con 50”76, non può che accontentarsi dell’argento. Terzo classificato il solito polacco Jaroslaw Mazurek, staccato a 52”23. Assente anche da questa finale Franco Fanella, squalificato nelle batterie per affondamento. STAFFETTA 4x50m MISTA Elena Prelle, Marcella Prandi, Erica Buratto ed Isabella Cerquozzi partono con i favori del pronostico. Dopo aver ottenuto il primo tempo delle batterie (1’45”59), in finale le magnifiche quattro non si accontentano di vincere, ma stravolgono anche il già loro record mondiale, abbassandolo da 1’43”52 (tempo che consentì loro di vincere al Rescue 2004) a 1’42”80! Al secondo posto la rivelazione Cina (Lu, Huang, He, Song), che, con 1’43”86, toglie ben otto secondi al precedente primato dell’Asia e precede la Germania (Wieland, Hundt, Kapserski, Schoder), costretta, con 1’44”20, ad accontentarsi del bronzo.La gara maschile avrebbe dovuto essere molto aperta, con Germania, Nuova Zelanda, Italia e Spagna, che avrebbero dovuto giocarsi le prime posizioni. Non è stato affatto così. Il quartetto cinese (Llu, Mlao, Shl, Guo) ha realizzato la prestazione più incredibile di questi Campionati: 1’29”66! Parlare di record polverizzato è poco: il primato precedente, quello della Marina Militare, era 1’32”01, due secondi e mezzo in più! Capite cosa voglia dire battere di due secondi e mezzo (in una gara di 200m complessivi) un record mondiale. Tant’è che anche la Nuova Zelanda (Buck, McMillan, Kent, Anderson) è scesa sotto il vecchio limite, concludendo con un eccellente 1’31”26, e ciononostante è stata nettamente superata dagli orientali. Così, anche in questo caso, l’Italia, con Federico Pinotti, Marco Mosconi, Franco Fanella e Mariano Carpentieri, coglie il miglior risultato possibile: terzo posto in 1’32”41. Seguono Australia e Germania. 1’33”49 il tempo che aveva dato agli azzurri l’accesso alla finale col terzo posto.  Terza giornata – 23 luglio  PERCORSO MISTO Arriva già un acuto dalle eliminatorie, con la neozelandese Julia Toomey che realizza 1’15”30, nuovo record del Commonwealth. Questo è il miglior tempo della mattinata, mentre Erica Buratto ha il terzo (1’17”14) ed Elena Prelle il quinto (1’18”00). La finale vede purtroppo la Toomey ancora prima, nonostante il suo peggioramento a 1’16”24: la campionessa europea Erica Buratto ottiene 1’16”34, e, per la seconda volta in questo Rescue, perde un oro per pochi centesimi. La Prelle è invece, dopo due titoli mondiali della specialità, fuori dai giochi: per lei quinto posto con un alto 1’19”18. Il podio è completato dall’australiana Sarah Windsor, che ottiene 1’17”78.Ma, mentre perdiamo il titolo della gara femminile, quello della gara maschile ritorna in Italia dopo 17 anni (l’ultima vittoria maschile risale al 1991, quando Marcello Saporiti si impose in 1’07”74). Anche questa volta, l’artefice del successo è Federico Pinotti, a cui basta 1’03”49 per imporsi. Tre ori su tre gare quindi per Federico, in campo internazionale ancora imbattuto in queste tre specialità. In seconda posizione, come nel Nuoto, c’è il neozelandese Andrew McMillan col nuovo record del Commonwealth, 1’04”03; è della Nuova Zelanda anche la terza piazza, grazie all’1’04”53 di Glenn Anderson. Marco Mosconi giunge, come due anni fa, quarto, col tempo di 1’04”83, ed è quindi ancora rimandato l’appuntamento con la sua prima medaglia internazionale in una gara individuale. In batteria, terzo (1’05”67) e quinto (1’06”04) tempo per Federico e Marco rispettivamente. STAFFETTA 4x25m CON MANICHINO Nuova impresa del quartetto Prelle/Prandi/Buratto/Cerquozzi, che coglie la medaglia d’oro anche nella staffetta più veloce: con 1’29”54 l’Italdonne conquista il terzo oro di staffetta della manifestazione, nonché il terzo oro consecutivo mondiale nella 4x25. Un grande plauso a queste atlete capaci di dominare da anni la scena internazionale: non è da tutti. Nessuna sorpresa sul podio, con la Nuova Zelanda (Toomey, Dunlop-Barrett, O’ Connor, Toomey) sul secondo gradino in 1’30”17, che è il nuovo record (indovinate un po’?) del Commonwealth (ovviamente!), e la Germania (Schoder, Altmann, Kasperski, Wielnd) sul terzo in 1’30”58. Le azzurre avevano realizzato in batteria 1’33”43, che garantiva la corsia 6 in finale.E stavolta, dopo un argento ed un bronzo, vincono anche i maschi. Federico Pinotti, Marco Mosconi, Germano Proietti e Franco Fanella sono i nuovi primatisti del Mondo della 4x25m Manichino, grazie ad una gara da 1’11”39 (record precedente 1’11”77 della Germania). Curiosamente, questo tempo è record mondiale, ma non record italiano, a causa di un 1’10”14 delle Fiamme Oro Roma, omologato esclusivamente come primato nazionale. L’ultima vittoria italiana in questa staffetta risaliva al 1995, ed era la Nazionale di Gentili, Landori, Giraldo e Locchi. Seconda la Nuova Zelanda (Anderson, McMillan, Buck, Kent) con 1’12”49, grazie al quale ricordiamo ancora che esiste quell’associazione di stati chiamata Commonwealth, e terza la Spagna (Guerrero, Elias, Rodriguez, Alonso) in 1’13”23. Gli azzurri avevano ottenuto il sesto tempo delle eliminatorie (1’16”82). LINE THROW Arriva un record mondiale già nelle eliminatorie, con il duo olandese Peeters-Peulen che porta il nuovo limite femminile a 11”86 (precedente 12”07 dell’Australia). Le olandesine si migliorano ancora in finale, ed adesso il nuovo tempo da battere è 11”56. Dietro di loro, ci sono le cugine belghe (Vanbuel-Goffin) con 12”97, mentre è il Regno Unito (Perks-Rowe) a chiudere il podio con 13”76. Marcella Prandi ed Isabella Cerquozzi terminano nelle batterie in 15”66, grazie al quale conquistano l’ultimo posto utile per l’accesso alla finale A, ma, nella finale stessa, la gara non viene conclusa nei 45”.Per l’Olanda, primato che viene, primato che va. I campioni e primatisti mondiali Van Bommel e Van Dalen, infatti, dopo aver fatto registrare nelle eliminatorie 9”51, record dei Campionati, chiudono la finale in 10”01 e si fanno scippare l’oro e il record (che era 9”21) dal duo inglese Thomas-Longden, che ottiene un eclatante 9”06. A soli quattro centesimi dall’Olanda c’è la Repubblica Ceca (Novak-Hlavac), che solo in questa gara prende la metà dei punti totali conquistati in tutto il Rescue. Per i cechi è la prima medaglia mondiale della storia. In generale, livello più alto rispetto al 2006 (quando si vinse con 10”74), con sei staffette sotto gli 11”: segnaliamo anche il 10”13 della Finlandia, quarta classificata, ed il 9”86, ottenuto però nelle batterie, della Germania. Per Nicola Ferrua e Federico Pinotti, gara conclusa, immagino al terzo lancio, in 37”34, che vuol dire ventisettesima posizione. SERC Inizia già con la Simulazione di Salvataggio il monologo dell’Oceania, che proseguirà con le gare in Acque Libere. Vince l’Australia (Parry, Bowden, Parkes, Langthorne), seguita dalla Nuova Zelanda (Toomey, McMillan, Buck, Kent). Terza classificata l’Olanda (Kelleners, Peeters, Teley, Hendriks). L’Italia (Buratto, Prelle, Proietti, Ferrua), dopo l’esaltante quarto posto in Australia due anni fa, stavolta giunge appena sedicesima.  Le gare in piscina si concludono qui. Le Nazionali osservano un giorno di riposo il 24 luglio, e riprendono a gareggiare, stavolta a mare su spiaggia, il giorno successivo. Il 25 si effettua la premiazione di tre gare (Canoa, Sprint e Salvataggio con Tavola), ma si effettuano anche turni eliminatori e semifinali di altre prove.  Quarta giornata – 25 luglio  GARA CON LA CANOA Il primo verdetto oceanico già vede due doppiette australiane con bronzo neozelandese, il podio più classico nelle gare oceaniche.La gara femminile va a Naomi Flood, che supera la connazionale Kristy Munroe, seconda pure due anni fa. Terza la campionessa uscente Nikki Cox. Elena Prelle e Marcella Prandi, dopo aver passato agevolmente il primo turno (quinta e quarta nelle loro batterie, passavano in otto), terminano la loro corsa in semifinale: Elena dodicesima e Marcella quattordicesima nelle rispettive semifinali.Downie Langthorne supera il compagno di squadra Shannon Eckstein nella gara maschile, con Kevin Morrison che occupa il gradino più basso del podio. Anche in questo caso, gli italiani giungono in semifinale. Nicola Ferrua, dopo il quinto posto nella sua batteria eliminatoria, chiude la sua semifinale al decimo posto: si tratta comunque del miglior risultato ottenuto da un italiano ad un Mondiale. Dodicesimo invece Germano Proietti, precedentemente giunto in semifinale con l’ultimo posto utile. SPRINT SULLA SPIAGGIA La britannica Katy Whear, dopo il secondo posto del 2006, vince il titolo mondiale dei 90m, superando l’australiana Cara Langedam e la neozelandese Chelsea Maples. Ottimo nono posto di Eleonora Chirieleison: nonostante quest’anno il livello della gara è più alto (perché ogni nazione può schierare due atleti per sesso e non più uno), la campionessa italiana della specialità ha ottenuto il miglior risultato azzurro di sempre in questa prova. Ele forse poteva essere anche da finale A, considerando che la sua semifinale (dove è giunta quinta) era lievemente più difficile dell’altra, ma comunque va benissimo così. Martina Mariti fa quello che può, passando il primo turno (tra l’altro vincendo la sua batteria), e fermandosi ai quarti (sesta nella sua serie, passavano in quattro).Nomi nuovi nella gara maschile, con il neozelandese Benjamin Willis nuovo campione mondiale di Sprint, seguito dal sudafricano Ryle De Morny e l’australiano Thomas Nolan. Mariano Carpentieri è il primo tra gli eliminati al primo turno, mentre Franco Fanella, dopo aver passato la prima eliminatoria (quarto) si arresta ai quarti (sesto). SALVATAGGIO CON TAVOLA Podio femminile esattamente come previsto alla vigilia, con l’Australia (Marriott-Munroe) prima, la Nuova Zelanda (DunlopBarrett-Maples) seconda e la Francia (Manciet-Lux) terza. Marcella Prandi ed Elena Prelle si qualificano per la finale B (terze nella loro semifinale) e concludono con un buon decimo posto.Anche nella gara maschile Australia (Allum-Eckstein) prima e Nuova Zelanda (Buck-Morrison) seconda, ma sul gradino più basso del podio c’è il Sudafrica (Dias-Brennan). Germano Proietti e Nicola Ferrua, con il terzo posto nella loro semifinale, non riescono nell’impresa di centrare la finale A, come due anni fa. Anche loro, come le ragazze, si classificheranno al decimo posto.... CONTINUA ...