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IL CIELO SOPRA BERLINO È AZZURRO (III PARTE)Quinta ed ultima giornata – 26 luglio  GARA CON LA TAVOLA La neozelandese Nikki Cox, dopo aver perso il titolo nella Canoa, si prende quello della Tavola, superando l’australiana Alicia Marriott e la compagna di squadra Chelsea Maples, già bronzo nello Sprint. In quarta posizione l’altra australiana, Kristy Munroe, che era la favorita della vigilia. Isabella Cerquozzi ed Elena Prelle si fermano in semifinale: decima Isa nella sua semifinale (dopo il quarto posto della batteria eliminatoria) e quattordicesima Elena (settima al primo turno).L’inglese Dan Humble è il primo europeo ad andare a medaglia in un Mondiale nella Gara con la Tavola: Dan ha infatti vinto l’argento, incuneandosi tra gli australiani Shannon Eckstein, primo classificato, e Chris Allum, terzo. Solo tredicesimo il sudafricano Ryan Brennan, atleta che valeva almeno il podio. Per l’Italia, sempre lo stesso discorso, con entrambe le eliminazioni in semifinale. Ma anche stavolta il decimo posto di Nicola Ferrua nella sua semifinale è il miglior risultato dell’Italia maschile in questa specialità; Franco Fanella è invece undicesimo. Nelle loro batterie, Nicola e Franco erano giunti terzo e quinto rispettivamente. BANDIERINE SULLA SPIAGGIA Un grande ritorno nella gara femminile. È quello della giapponese Masami Yusa, campionessa mondiale della specialità nel 1994, nel 1996 e nel 2000. A partire dal 2002, la Yusa non fu più convocata dai tecnici giapponesi che le preferirono per le gare sulla spiaggia Kozue Fujiwara, che comunque non ha mai ottenuto i risultati brillanti di Masami. Quest’anno, essendo stato portato a due il numero massimo di atleti schierabili in questa gara, entrambe le nipponiche rappresentano il loro Paese su spiaggia. E lo fanno egregiamente: primo posto per la non più giovanissima Masami Yusa e terza piazza per la sua erede Kozue Fujiwara. Tra le due, l’australiana Cara Langedam, già argento a Sprint. Un’altra ottima prova per Eleonora Chirieleison, che raggiunge la finale B (quest’anno la finale A era con otto atleti e non con sedici), giungendo ottava nella sua semifinale, e alla fine termina con un decoroso decimo posto: anche questo è il miglior risultato italiano nella gara femminile, nell’anno in cui – lo ricordiamo ancora – il livello è più alto. Martina Mariti non prende invece l’ultima bandierina utile per il passaggio ai quarti di finale, ed esce così al primo turno.Uscito esattamente come la Mariti è Franco Fanella. Va invece avanti Nicola Ferrua, che si classifica ottavo in semifinale, ottenendo così la qualificazione per la finale B. Il suo piazzamento finale è un buon tredicesimo posto. Al vertice c’è il neozelandese Benjamin Willis, che si aggiudica anche questa gara su spiaggia. Conferma anche per il sudafricano Ryle De Morny, terzo, mentre la medaglia d’argento va al giapponese Masato Ueki. GARA NEL FRANGENTE Altre due doppiette australiane.Alicia Marriott vince la gara femminile, superando Naomi Flood e la neozelandese Ayla Dunlop-Barrett, già terza due anni fa. La prima europea è la francese Flora Manciet, quarta classificata. Buon decimo posto di Marcella Prandi, che raggiunge lo stesso piazzamento ottenuto da Anna Puccianti nel 2004 e da Erica Buratto nel 2006. La stessa Buratto quest’anno giunge undicesima, proprio dietro Marcella. Nelle loro batterie di qualificazione la carabiniere e la friulana erano giunte rispettivamente nona e settima (passavano in 16).Dall’altra parte, Shannon Eckstein ottiene il suo terzo oro (dopo Tavola e Salvataggio Tavola), imponendosi sul connazionale Chris Allum. Terzo lo statunitense Dustin McLarty. La sorpresa è l’egiziano Ahmed Abd El Rehim, piazzatosi sesto. Alle sue spalle c’è il nostro Federico Pinotti, settimo, ma primo tra gli europei, come ai campionati continentali dello scorso anno: mai in un Rescue l’Italia è stata così in alto. Poco dietro, Germano Proietti, classificatosi nono. Anche Fede e Ciccio, così come le ragazze, avevano ottenuto una qualificazione tranquilla (secondo Pinotti e decimo Proietti). OCEANMAN/OCEANWOMAN L’Australia ancora una volta conquista il massimo dei punti ottenibile.Naomi Flood, dopo essersi imposta nella Canoa, si afferma anche nella gara più pesante, divenendo così l’unica, tra le femmine, a vincere due titoli individuali. Terza medaglia e secondo argento per Alicia Marriott, mentre la francese Flora Manciet, campionessa europea della specialità, è la prima atleta del Vecchio Continente a salire sul podio in questa prova, dal momento che è riuscita a battere la neozelandese Nikki Cox, giunta quarta. Marcella Prandi ed Elena Prelle passano agevolmente il primo turno (quarta l’una e quinta l’altra nelle rispettive batterie), e poi sono le prime non qualificate nella loro semifinale, essendo giunte nona e decima rispettivamente.Shannon Eckstein si dimostra essere il “Pinotti oceanico” avendo ottenuto, come l’atleta delle Fiamme Oro in vasca, tre ori individuali in Acque Libere. Lo segue il solito Chris Allum, mentre in terza posizione c’è il neozelandese Glenn Anderson. Anche Germano Proietti e Nicola Ferrua, come le due azzurre, passano il primo turno (sesto e quinto nelle loro batterie eliminatorie) e poi terminano al passo successivo, classificandosi decimo ed undicesimo rispettivamente nella semifinale in cui concorrono. STAFFETTA 4x90m SULLA SPIAGGIA L’Australia si impone nella gara femminile, grazie e Langedam, Windsor, Marriott e Munroe, e lascia alle sue spalle Nuova Zelanda (Maples, Cox, Dunlop-Barrett, Toomey) e Francia (Lux, Robin, Manciet, Gardere). Le nostre (Cerquozzi, Mariti, Prandi, Chirieleison), dopo il terzo posto nella loro serie, grazie al quale staccano il biglietto per il turno successivo, sono le prime escluse dalla finale A. Ma dopo vincono la finale B ed il nono posto così ottenuto è il miglior risultato italiano di sempre in questa staffetta.Grande sorpresa nella gara maschile, con la vittoria nientedimeno della Romania e dei suoi atleti sconosciuti (Straton, Culea, Murineanu, Oancea). I romeni sono stati in grado di tenere a bada il Sudafrica (Van Niekerk, Mocke, Brennan, De Morny) e la Germania (Kappler, Bahro, Loosen, Borch), rispettivamente seconda e terza classificata. Solo sesta l’attesa Olanda, mentre la Nuova Zelanda è stata squalificata. Al primo turno Carpentieri, Fanella, Ferrua e Mosconi sono secondi nella loro batteria e passano in semifinale: è la prima volta in un Rescue che l’Italia maschile entra nei primi 16 in questa staffetta. I quattro chiudono poi la loro semifinale, ma in finale B sono quarti, e questo dodicesimo posto direi che è stato anche superiore alle aspettative. STAFFETTA OCEANMAN/OCEANWOMAN Podio femminile come da copione e come le altre due staffette già disputate: medaglia d’oro all’Australia (Munroe, Flood, Marriott, Langeman), medaglia d’argento alla Nuova Zelanda (Cox, Dunlop-Barrett, Maples, Toomey) e medaglia di bronzo alla Francia (Gardere, Lux, Manciet, Robin). Per l’Italia, rappresentata da Buratto, Prelle, Cerquozzi e Chirieleison, qualificazione alla finale (a 16) in virtù del secondo posto nella batteria eliminatoria, e poi nona piazza nella finale stessa: anche questo nono posto, così come quello della 4x90m, è il miglior piazzamento azzurro nella specialità in un Rescue.All’Australia (Langthorne, Eckstein, Allum, Nolan) anche la gara maschile, dove il podio è completato da Sudafrica (Dias, Brennan, Mocke, De Morny) e Nuova Zelanda (Kent, Anderson, Morrison, Willis). Per la prima volta, l’Italia, grazie a Pinotti, Ferrua, Proietti e Carpentieri, stacca il biglietto per la finale (quinti in batteria), e conclude con un altro dodicesimo posto. STAFFETTA CON TORPEDO Sempre Australia (Flood, Windsor, Munroe, Parry) e Nuova Zelanda (O’ Connor, Toomey, Dunlop-Barrett, Toomey) nelle prime due posizioni, ma stavolta la medaglia di bronzo va al Sudafrica (Antunes, Van Gysen, Artz, Loots). E subito dietro ci sono le fantastiche azzurre, ovvero Elena Prelle, Eleonora Chirieleison, Marcella Prandi e Martina Mariti, che, prima costringono la Germania alla finale B, rubandole il secondo posto in semifinale, e poi ottengono questo eccellente quarto posto, ennesimo miglior risultato italiano di sempre.Stesse squadre sul podio maschile, con la differenza che, dietro l’Australia (Allum, Eckstein, Langthorne, Bowden), c’è prima il Sudafrica (Marais, Dias, Brennan, Mocke) e poi la Nuova Zelanda (Buck, Kent, Morrison, McMillan). Le squadre europee che sulla carta avrebbero potuto lottare per il podio erano la Spagna, giunta invece sesta, la Danimarca, nona, e la Germania, decima. Il miglior quartetto europeo è stato invece quello costituito da Franco Fanella, Federico Pinotti, Mariano Carpentieri e Germano Proietti, che ha ottenuto un ottimo quinto posto, altro best Italian result (utilizzo l’inglese per non ripetere sempre “miglior risultato italiano”), dopo il secondo posto nella propria semifinale.  Giungiamo quindi alle conclusioni. È stata l’Italia dei record: per la prima volta su un podio mondiale da quando è stata adottata la formula del Rescue (ovvero da quando esistono le gare oceaniche); per la prima volta capace di vincere almeno un oro in ogni gara individuale in vasca; con il nuovo record di medaglie (16) e di ori (12) vinti ad un Mondiale (il precedente era 15 medaglie, di cui 8 ori, che risale al 1991). Federico Pinotti è il simbolo di quest’Italia vincente, con i suoi tre ori individuali. Mai nessun atleta ha vinto così tanto individualmente ad un Campionato Mondiale, fatta eccezione per Domenico Cuciniello, che nel lontanissimo 1966 si aggiudicò il Trasporto del Manichino, il Lancio del Salvagente e il Battello, ma si trattò di un’edizione in cui gli atleti partecipanti erano appena 12.  Accaduto il miracolo di aver battuto il Sudafrica (già successo ai World Games 2005, ma in quella manifestazione ci sono solo cinque gare oceaniche), adesso davanti ci sono la Nuova Zelanda e l’Australia. E sono troppo davanti: 200 punti. Se si vuole arrivare ai loro livelli, non basterà più migliorare solo in piscina, dove, comunque, rispetto ad altre nazioni, abbiamo al momento ben poco da migliorare. Anche senza le sei squalifiche, infatti, il distacco dalle due squadre dell’Oceania sarebbe stato comunque abissale. In ogni caso, l’Italia nelle gare in Acque Libere sta crescendo e gli ultimi risultati lo dimostrano, ma la strada da fare è ancora tanta. Il prossimo appuntamento della Nazionale Assoluta sono i World Games, la rassegna degli sport non olimpici, che si disputerà l’anno prossimo in Taipei. I Rescue appena disputati valevano appunto anche come qualificazione a questa manifestazione. Infatti, si è stilata una classifica, tenendo conto solo delle gare presenti nel programma dei World Games (Nuoto con Ostacoli, Trasporto Manichino, Percorso Misto, Manichino con Pinne, Staffetta con Ostacoli, Staffetta Mista, Staffetta con Manichino, Gara nel Frangente, Gara con la Tavola, Oceanman/Oceanwoman, Staffetta con Torpedo e Salvataggio con Tavola), e le prime otto di tale graduatoria hanno ottenuto la qualificazione: esse sono, nell’ordine, Nuova Zelanda, Australia, Italia, Sudafrica, Germania, Cina, Francia e Spagna. Rispetto a quattro anni fa le “new entries” sono la Nuova Zelanda (che si qualificò per i World Games, ma rinunciò a parteciparvi) e la Cina, che prendono il posto di Belgio ed Olanda (quest’ultima nel 2005 fu ripescata in seguito alla rinuncia dei neozelandesi). In più ci sarà la Cina Taipei, in quanto paese ospitante. In caso di rinuncia di qualche nazione, le prime ad essere ripescate saranno, nell’ordine, Stati Uniti e Polonia. Andrea Longobardo