Ho deciso di dare un seguito al post di tipo storico che avevo pubblicato ad inizio anno con il titolo "Le palle di Waterloo" e lo voglio fare scrivendo ancora del grande Napoleone imperatore dei francesi.Ho scoperto, infatti, che in numerose occasioni ebbe modo di essere baciato dalla dea Fortuna.Nel 1796 era calato per la prima volta in Italia conquistandola. Approfittando del suo sforzo militare in Egitto vi era stato però un colpo di mano da parte della Coalizione a lui opposta. Nel 1800 si era visto così costretto ad organizzare una seconda campagna d'Italia. Attraversò le Alpi al Passo del Gran San Bernardo, mentre tutti lo attendevano al più agevole Moncenisio, e questo rappresentò il primo colpo di mano. Giunse a Bard con 32.000 uomini il 27 maggio e qui trovò l'ostacolo di una formidabile fortezza ritenuta da tutti inespugnabile. Anche il grande Napoleone dovette rassegnarsi ed accettò l'idea che quel baluardo, a dominio della stretta valle, fosse realmente inespugnabile.Per questo il giorno seguente mise le sue truppe al lavoro allo scopo di realizzare un percorso alternativo che, aggirando le rocce ed al riparo dalla vista del Forte, consentisse al suo esercito di passare. La prima notte sfilò la fanteria e la cavalleria mentre nella seconda i carri e i cannoni con le ruote avvolte nella paglia per attutire il rumore. All'interno della Fortezza nessuna sentinella se ne avvide e solo dopo alcuni giorni la guarnigione scoprì sgomenta di essere stata "gabbata". La mia citazione "murphyana" riguarda, in questo caso, il comandante del Presidio, il quale scrisse alla consorte rassicurandola del fatto che Napoleone non sarebbe mai riuscito a passare.La destinazione finale della lettera era Pavia e curiosamente vi arrivò il medesimo giorno che Napoleone entrava trionfante in città. Era il 9 giugno. Pochi giorni dopo vi sarebbe stata la formidabile vittoria di Marengo. Credo che per questo episodio calzi a pennello il detto popolare che suggerisce di non vendere la pelle dell'orso prima di averla ottenuta. p.s. Ho la sensazione, poi, che qualche moglie potrebbe trovare una conferma nella propria idea che i mariti (e forse gli uomini in generale) siano del tutto inaffidabili quando promettono qualcosa.........!!!!! (-:G.P.
LA PELLE DELL'ORSO
Ho deciso di dare un seguito al post di tipo storico che avevo pubblicato ad inizio anno con il titolo "Le palle di Waterloo" e lo voglio fare scrivendo ancora del grande Napoleone imperatore dei francesi.Ho scoperto, infatti, che in numerose occasioni ebbe modo di essere baciato dalla dea Fortuna.Nel 1796 era calato per la prima volta in Italia conquistandola. Approfittando del suo sforzo militare in Egitto vi era stato però un colpo di mano da parte della Coalizione a lui opposta. Nel 1800 si era visto così costretto ad organizzare una seconda campagna d'Italia. Attraversò le Alpi al Passo del Gran San Bernardo, mentre tutti lo attendevano al più agevole Moncenisio, e questo rappresentò il primo colpo di mano. Giunse a Bard con 32.000 uomini il 27 maggio e qui trovò l'ostacolo di una formidabile fortezza ritenuta da tutti inespugnabile. Anche il grande Napoleone dovette rassegnarsi ed accettò l'idea che quel baluardo, a dominio della stretta valle, fosse realmente inespugnabile.Per questo il giorno seguente mise le sue truppe al lavoro allo scopo di realizzare un percorso alternativo che, aggirando le rocce ed al riparo dalla vista del Forte, consentisse al suo esercito di passare. La prima notte sfilò la fanteria e la cavalleria mentre nella seconda i carri e i cannoni con le ruote avvolte nella paglia per attutire il rumore. All'interno della Fortezza nessuna sentinella se ne avvide e solo dopo alcuni giorni la guarnigione scoprì sgomenta di essere stata "gabbata". La mia citazione "murphyana" riguarda, in questo caso, il comandante del Presidio, il quale scrisse alla consorte rassicurandola del fatto che Napoleone non sarebbe mai riuscito a passare.La destinazione finale della lettera era Pavia e curiosamente vi arrivò il medesimo giorno che Napoleone entrava trionfante in città. Era il 9 giugno. Pochi giorni dopo vi sarebbe stata la formidabile vittoria di Marengo. Credo che per questo episodio calzi a pennello il detto popolare che suggerisce di non vendere la pelle dell'orso prima di averla ottenuta. p.s. Ho la sensazione, poi, che qualche moglie potrebbe trovare una conferma nella propria idea che i mariti (e forse gli uomini in generale) siano del tutto inaffidabili quando promettono qualcosa.........!!!!! (-:G.P.