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   Messaggio N° 31 07-04-2005    
  

CONTROSTORIA DI KAROL

dal sito www.ilcronista.org

Perché non piangiamo Karol Wojtyla

PROFILO DEL DEFUNTO MONARCA DEL VATICANO

di Mafro Obletter

La stampa di regime, da sempre estensione dalla sala stampa vaticana, in questi giorni ammannisce al popolino l’immagine di un Karol Wojtyla alfiere dei diritti umani, della libertà, della lotta per la giustizia.
Vediamo se è vero, alla luce di essenziali eventi.
1978
Appena eletto papa, Wojtyla insedia nei posti-chiave del Vaticano personaggi noti per i loro orientamenti reazionari. Si tratta di prelati che da sempre perseguitano quella minoranza di preti che, nella Chiesa, predicano con coerenza il messaggio di Cristo e sono estranei alle comunelle di potere. Tra questi personaggi codini spiccano i gerarchi dell’Opus Dei, associazione semiclandestina, da sempre sostenitrice dei regimi fascisti (a cominciare da quello del dittatore Francisco Franco) e ai limiti del sodalizio a delinquere.
X esaspera gli aspetti più mediatici e populisti della Chiesa. I suoi continui viaggi-spettacolo in giro per il mondo (che, per inciso, portano nelle casse del Vaticano fior di quattrini, perché il papa ha un cachet multiplo di quello dei Rolling Stones), hanno lo scopo di abbagliare il popolino con messinscene rutilanti e di oscurare la sostanza della politica vaticana. Che è una politica di sostegno alle lobby dei potenti che ovunque generano povertà e violenza.

1981
In Vaticano si sparge la voce - che si rivelerà infondata - che Wojtyla voglia mettere in riga gli alti prelati che gestiscono lo Ior (Istituto per le opere religiose, cioè la banca vaticana), non tanto perché facciano affari sporchi, ma perché chiudono i conti in rosso. Qualche gaglioffo, forse coinvolto nei risvolti più penalmente discutibili dello scandalo, si spaventa al punto da incaricare Alì Agca di far fuori Wojtyla. All’indomani dell’attentato Carlo Calvi (figlio di Roberto, il banchiere ucciso dalla mafia degli affari), fu avvertito che, di lì a qualche giorno, il Vaticano si sarebbe inventato la pista bulgara, in modo da far sospettare dell’attentato i comunisti dell’Est. Anche di recente Alì Agca ha detto che «senza complicità in Vaticano non avrei potuto sparare al papa».

1982
Il papa provoca il generale Arrupe, capo dell’ordine dei gesuiti alle dimissioni. Motivo: Wojtyla privilegia l’Opus Dei a scapito di ogni altro ordine.

1983
Wojtyla va a sostenere quella minoranza di cattolici reazionari che in Nicaragua contrastano, con le armi e i soldi del Pentagono (che se li procura di nascosto dal Congresso, commerciando in prostituzione giovanile e in droga nel Sudest asiatico), il governo progressista dei sandinisti. Qui la macchina della propaganda vaticana fa cilecca e il papa viene apertamente contestato dal popolo. Ovviamente giornali e televisioni di regime minimizzano. Il papa si prenderà la rivincita nel 1996, quando i mercenari americani avranno ucciso o imprigionato tutti i nicaraguensi potenzialmente in grado di contestare Wojtyla, eroico annunciatore della Cattiva Novella dell’imperialismo delle multinazionali.

1985
Per far piacere all’Opus Dei, Wojtyla esilia in Sicilia padre Bartolomeo Sorge, uno dei gesuiti più intellettualmente vivaci della capitale.
Nello stesso anno, Wojtyla zittisce un altro gesuita, padre Pintacuda, reo di denunciare le collusioni tra mafia e potere a Roma.

1991
Wojtyla condanna a parole la Guerra del Golfo, ma ci manda i propri cappellani militari e affida loro una missione ben precisa: predicare alle truppe d’invasione dell’Iraq che questa è una guerra giusta, destinata a liberare gli iracheni oppressi da Saddam.
I soldati benedetti dal papa fanno un macello immane, utilizzando anche sostanze chimiche che in parte avvelenano gli stessi aggressori, che ancor oggi, tornati negli Stati Uniti, generano bambini deformi.

1992
Wojtyla beatifica, cioè addita ai fedeli quale fulgido esempio, un criminale: Josemaria Escrivà de Balaguer, il prete che fondò la citata e famigerata Opus Dei. Escrivà de Balaguer è stato consigliere spirituale e sostenitore del dittatore spagnolo Francisco Franco, di cui ha benedetto tutte le nequizie: arresti senza processo, torture, esecuzioni sommarie, repressione di ogni forma di dissenso, saccheggio delle risorse pubbliche per arricchire il regime fascista e i suoi puntelli, a cominciare dall’Opus Dei.

1998
Su ordine di Wojtyla, il cardinale Ratzinger annuncia la pubblicazione dei fascicoli più significativi sull’Inquisizione. Ma soltanto fino al 1902.
Hans Küng, prete perseguitato dal Vaticano, rivolge allora a Wojtyla tre domande scomode:

«1. Perché l’archivio viene aperto soltanto sino al 1902? Forse perché a partitire dal 1903 esso diventa più interessante, dato che in quell’anno il papa Pio X, appena salito al soglio, avvia una campagna antimodernista. Sarebbe invece interessante conoscere le attività dell’Inquisizione durante il fascismo e il nazismo. E ai tempi di Pio XII, che ha canonizzato Pio X e avviato una nuova campagna antimodernista (enciclica Humani generis), con l’interdizione dei preti operai e la destituzione dei più importanti teologi del suo tempo, dei gesuiti Teilhard de Chardin e Henri de Lubac e dei domenicani Yves Congar e Marie-Dominique Chenu.

2.
Perché l’apertura degli archivi non si collega con la possibilità, per gli accusati di oggi, di conoscere le accuse che li riguardano? Il mio dossier presso l’Inquisizione è stato inaugurato nel 1957. In quarant’anni ho chiesto invano di saperne qualcosa. Stesso diniego hanno ricevuto Gustavo Gutiérrez, Leonardo Boff e altri... Soltanto quando verranno riconosciuti questo diritto (di un imputato a conoscere le accuse che lo riguardano) e gli altri diritti fondamentali, il Vaticano potrà sottoscrivere la Dichiarazione dei diritti umani del Consiglio d’Europa.

3.
Perché l’Inquisizione continua tutt’ora, sostituendo al rogo fisico il rogo morale?»
Sempre nel 1998, a Torino, Wojtyla perpetua la truffa della Sindone, un lenzuolo che il popolino crede il sudario di Cristo e che invece è un falso realizzato nel 1200. Così, indirettamente, Wojtyla conferma l’avallo della Chiesa a tutte le pratiche truffaldine che profittano della credulità popolare e della propensione dei disperati ad aggrapparsi al miracolistico, dalla favola del sangue di San Gennaro che si liquefa una volta l’anno alle truffe delle madonnine piangenti. È un ritorno all’oscurantismo medievale, altro che papa moderno!

1999
Durante un viaggio in America Latina, Wojtyla dichiara ai giornalisti: «La teologia della liberazione non è più un problema». È vero: grazie alla persecuzione del papa, tutti i preti che si battevano per la liberazione dei popoli sudamericani sono stati messi in grado di non nuocere.
Sempre nel 1999 Wojtyla beatifica (e farà santo nel 2002) Padre Pio da Pietralcina, su richiesta della consorteria degli affari che sta sfruttando la leggenda e i falsi miracoli attribuiti al frate come una miniera d’oro e che non è molto diversa dalla ridda di maghi e maghe che infestano l’Italia spennando i superstiziosi disperati. Un altro passo verso il medioevo.

2000
A Fatima, Wojtyla ha un guizzo di onesta lucidità: prende per il culo il popolino dei creduloni dandogli a bere questa panzana: rivela che il “terzo segreto di Fatima” (leggenda locale) gli ha consentito di prevedere l’attentato di Ali Agca, avvenuto 19 anni prima. Wojtyla è così il primo veggente al mondo a prevedere il passato. Si aspetta che il popolino, dinanzi a tanta sciocchezza, insorga, o quantomeno dubiti dell’equilibrio mentale del capo della Chiesa. Invece no, prendono il papa sul serio e lui rinuncia per sempre alla maieutica basata sugli eccessi.
Sempre nel 2000, Wojtyla beatifica Pio IX, il papa antisemita che rinchiuse nuovamente gli ebrei romani nel ghetto, che in precedenza era stato soppresso.

2002
Wojtyla, dopo aver coperto per anni le malefatte dei preti cattolici negli Stati Uniti, è costretto ad «accettare le dimissioni» di Bernard Law, cardinale a Boston, reo di aver difeso i connazionali pedofili.
Se avete un bimbo, pensateci due volte prima di affidarlo ai prelatissimi.
Quando gli americani lanciano nuove aggressioni all’Afganistan e all’Iraq, Wojtyla finge di condannarle con poche frasette di circostanza (che diventano titoloni sui giornali) ma in concreto le appoggia, elevandole a crociate e arruolandovi i propri cappellani militari, sia a sostegno delle truppe italiane sia di quelle anglo-americane.
Di recente Wojtyla riceve il capo del governo fantoccio insediato dagli Usa in Iraq e gli garantisce l’appoggio del Vaticano: in cambio chiede facilitazioni per future parrocchie cattoliche da fondare in Iraq, dove oltre il 98% della popolazione è musulmana.

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Davanti a mass media monopolizzati in cui abbiamo sentito solo una voce, proprio come nei regimi, dove l'immagine del leader deve essere idolatrata, enfatizzata, dove insomma si fa PROPAGANDA, non fa per niente male leggere della controinformazione. E la storia dell'uomo che avrebbe cambiato la storia diventa un po' diversa. Cioè la storia l'ha cambiata: avete visto in che direzione e come



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