La riva del mare

Post N° 136


Copio-incollo senza cambiare una virgola: trovo questo articolo d'una chiarezza e di una completezza esemplare..Il motivo per cui Pierino la peste aveva il posto fisso sul suo banco non era un mistero. L'ex ministro dell'istruzione Berlinguer aveva un senso molto strano dell'educazione scolastica, perché credeva che Pierino fosse una risorsa da sfruttare. Così l'istruzione diventò una distruzione dell'etica tra le mura di una classe scolastica. Cosa avrebbe potuto fare un povero insegnante, senza poteri e senza rispetto, di fronte al Pierino di turno? Nulla. L'impunità di Pierino era la maggior garanzia che il talento, quello vero, non quello volto a distruggere, finisse svalutato, sacrificato, sprecato. Come effettivamente è stato. Adesso il nuovo governo prova a far raddrizzare la schiena alla scuola, luogo di transito per i giovani dalla famiglia che non c'è più al lavoro che non c'è ancora. Ci prova con un silenzioso ministro che non grida ma spiega le sue ragioni con la forza della fede, oltre che dell'oratoria - e finora sembra immune da pruriti rivoluzionari come i suoi sfortunati predecessori di sinistra. La riforma che sta partorendo il ministro Gelmini è una riforma per la scuola. Punto. L'unica rivoluzione intelligente compiuta finora da un ministro è non stravolgere la scuola, ma ritornare alla scuola. Questo aspetto così sobrio e allo stesso tempo così impegnativo è la lezione più importante - la scuola ritorni a fare la scuola, cioè ad educare nel senso più nobile del termine. Paradossalmente, proprio una scuola che recupera la sua missione può fornire un valore essenziale alla politica e alla società. La politica non è solo potere. Sembra un'eresia per l'Italia drogata di sterili dibattiti politici su qualunque accento, su qualunque cenno compia persino il più insignificante dei politici. Mentre intere paginate descrivono l'aria fritta, la sostanza della politica viene dimenticata - perché la politica germoglia nel singolo individuo e fiorisce nella vita pubblica. Perciò la riforma del sistema scolastico, con particolare impegno sull'educazione, rappresenta un recupero doveroso del vero senso della politica. Cittadini apatici o inclini a violare la legge sono anche il frutto marcio di un'educazione che svaluta la moralità, la disciplina, il rispetto. La scuola è il crocevia della formazione per l'intera personalità. Gli errori commessi nell'età scolare si prolungano sull'intero arco dell'esistenza. In particolare, due errori hanno colpito gravemente la scuola italiana. C'è stato un errore sul piano civile, perché la scuola in mano alla sinistra ha abiurato alla funzione fondamentale di educare civilmente i giovani al rispetto della morale e dell'autorità. Quanti film, quanti romanzi sono diventati luoghi comuni per esprimere la realtà di una scuola senza modelli di comportamento, una scuola che tollera tutto e tutti, perché è stata svuotata da ogni impulso morale. L'insegnante ridotto a funzionario tecnico e gli studenti in balìa del loro immaturo arbitrio. L'unica regola è l'edonismo personale, il materialismo più cinico, che calpestano ogni senso del rispetto - per non parlare della disciplina. Il secondo errore è stato politico, perché commesso dalla sinistra che ha scaricato sulla scuola l'onore di integrare gli stranieri senza fornire i mezzi necessari e senza delineare un orizzonte. Cancelliamo la loro identità, mettiamo fra parentesi la tradizione. Così l'integrazione multietnica sarà realizzata senza bisogno della politica e soprattutto senza bisogno di mettere in crisi una politica senza risposte. Con questa mentalità la scuola ha compromesso il rispetto della nostra identità per valorizzare le identità straniere e invertire la democrazia, trasformando gli stranieri da minoranza ospitata in maggioranza che detta le regole. Lo scolaro è come una pasta che va lavorata con cura e impegno per formare un uomo, un cittadino, un lavoratore, un padre - una persona. La riforma della scuola è una lezione di recupero per ricordarsi che insegnare vuol dire anche educare, ossia trasmettere valori. La scuola italiana è lo specchio di una società in cui la politica del potere ha costretto al rifiuto dei valori e ha instillato una visione del mondo asettica, fondata sulla dipendenza dall'edonismo e sulla prepotenza dell'egoismo. Con questo sistema i giovani d'oggi sono un semplice strumento di consumo, accatastati sugli scaffali di immensi centri commerciali proprio come le merci che impulsivamente acquistano. Bisogna ritornare a scuola per imparare che la vita non è una soltanto merce, non è soltanto piacere e non è soltanto potere.(RagionPolitica)