Ecole de photos
Tutto ciò che vorreste sapere e oserete chiedere...
Post n°5 pubblicato il 14 Luglio 2008 da il_fotografo64
Obiettivo è un termine generico che descrive un dispositivo ottico in grado di raccogliere e riprodurre un'immagine. È presente in molte apparecchiature ottiche: macchine fotografiche, telecamere, binocoli, cannocchiali, telescopi, microscopi ecc... Può essere composto da una o più lenti e/o da specchi concavi. Anche il cristallino dell'occhio è considerato la lente di un sistema ottico dove il piano focale è rappresentato dalla retina. Gli obiettivi moderni adottano anche lenti cosiddette 'asferiche', la cui curvatura non è una porzione di sfera. L'utilizzo di lenti asferiche aiuta a contenere difetti come l'astigmatismo. |
Post n°4 pubblicato il 11 Luglio 2008 da il_fotografo64
Per meglio comprendere il funzionamento dei principali meccanismi di una fotocamera faccio un po di chiarezza su tempi e diaframmi e altro...dunque solitamente le scale dei tempi di scatto vanno dal tempo B o bulb ( stiamo parlando sempre di apparecchi con la possibilità di impostazione manuale dei tempi.. ) fino ad un tempo minimo di 1/8000 di secondo. Tempo B, 30", 25", 20", 15", 10", 5", 2.5", 2", 1", e poi passiamo ai frazionamenti di secondo, 1/2, 1/4, 1/8, 1/15, 1/30, 1/60, 1/100, 1/125, 1/160, 1/200, 1/250, 1/320, 1/400, 1/500, 1/640, 1/800, 1/1000, 1/1250, 1/1600, 1/2000, 1/2500, 1/3000, 1/3500, 1/4000, 1/5000, 1/6400, 1/8000 di secondo.... Quindi, quando parliamo di un tempo VELOCE ci avviciniamo verso il tempo minimo, viceversa un tempo LENTO sarà sempre verso il tempo B come scala di riferimento. Il tempo "B" è un tempo prettamente MANUALE e si usa ESCLUSIVAMENTE con un treppiede di supporto poichè prevede tempi che vanno anche oltre il minuto e si dovrà altresì utilizzare un pulsante di scatto esterno alla fotocamera onde evitare qualsiasi tipo di vibrazione per non creare mosso sull'immagine finale. La scala che ho descritto io appartiene già ad un apparecchio professionale e perciò può ovviamente succedere che sulla vostra fotocamera non vi siano tanti dei frazionamenti sopracitati e addirittura il tempo minimo sia più lento rispetto a quelli , tutto ciò dipende ovviamente dalle caratteristiche tecniche della macchina fotografica stessa. Per quanto riguarda invece il diaframma dell'obbiettivo le scale vanno dalla massima apertura che è il valore più piccolo ( ad esempio f: 2.8 ) al valore di minima apertura ( es. f: 22 ) Le caratteristiche di luminosità di un obbiettivo dipendono proprio dal valore di minima apertura del diaframma e per questo si dice che un'obbiettivo è LUMINOSO quando i valori scendono sotto il F:3.5 o addirittura F:2.8 Di caratteristiche tecniche e costi degli obbiettivi ne parlerò nella prossima lezione molto più approfonditamente. Domanda: Perchè si ricerca sempre la luminosità nell'azione fotografica? I motivi sono sempre gli stessi di quella famosa regola, tempo veloce e diaframma più chiuso e adesso aggiungerei anche un'altro caposaldo della fotografia e cioè la scala degli ISO o ASA un tempo. Allora basterebbe impostare l'esposimetro su una sensibilità maggiore e il gioco è fatto direte voi... Un'altra regolina da tenere sempre a mente: Più la sensibilità in ISO sale e meno definita sarà la nostra immagine finale, questo perchè? Concludendo, per ottenere una buona immagine, definita, non mossa e possibilmente molto a fuoco ( nella sua intierezza di particolari ) dovremo usare: Il tempo più veloce, il diaframma più chiuso e la sensibilità ISO più bassa possibile, compatibilmente è ovvio con le condizioni di luce presenti... |
Post n°3 pubblicato il 10 Luglio 2008 da il_fotografo64
Le Gras, Francia, estate dell'anno 1826. Questa è la prima "fotografia" della storia dell'umanità. Nicéphore Niepce la ottenne cospargendo di bitume di giudea una lastra di peltro per eliografia. Essa ritrae il cortile della sua casa visto dalla finestra della sua stanza. Enormemente lungo il tempo di esposizione: 8 ore! Il risultato della lunga posa è visibile anche dalla luce del sole che illumina le facciate delle case sia di sinistra che di destra. Oggi questa preziosa immagine è conservata presso l'università di Austin in Texas. Il seguito della storia è semplicemente l'affinamento delle tecniche di impressionamento dei supporti e dei materiali utilizzati, i componenti chimici e degli apparecchi di ripresa. La mia prima camera oscura la finii di allestire a soli 11 anni insieme a mio papà e grazie al suo dottorato in chimica appresi il metodo di composizione dei bagni di sviluppo e fissaggio partendo direttamente dalle materie prime e i loro precisi dosaggi, una ricchezza di cui vado orgoglioso in questa epoca dove chiunque si improvvisa fotografo.. Dunque, ora spiego in maniera molto semplificata l'utilizzo della moderna macchina fotografica per "scattare" una foto. Bisogna partire da una regola molto semplice che però è la madre di tutte le regole della fotografia, e cioè, L'esposizione di un'immagine deve avvenire con il tempo di scatto dell'otturatore più veloce possibile e con il diaframma dell'obbiettivo più chiuso possibile...ovviamente tutto ciò deve essere in relazione alla luce esistente nell'ambiente dove risiede il soggetto o il paesaggio da riprendere e al soggetto stesso, in termini pratici facendo un esempio se dobbiamo fotografare un soggetto statico potremo usare un tempo relativamente lungo ( 1/60, 1/30 e piu lenti... ) a patto che la mano di chi fotografa sia ben ferma, diversamente un bel "mosso" farà da contorno alla nostra fotografia e non per colpa del soggetto. Altra regola per riprendere in "sicurezza" con un tempo di scatto adeguato è utilizzare sempre un tempo direttamente proporzionale alla lunghezza focale dell'obbiettivo che si usa, poichè più sarà "lungo" in termini di focale e più difficoltosa sarà l'esposizione poichè l'angolo di campo risulta molto più ristretto e ogni piccolo movimento sull'apparecchio risulterà essere uno spostamento sul soggetto molto accentuato. Nel caso del diaframma più chiuso possibile invece il motivo è un altro e cioè, un obbiettivo ha un suo "campo d'azione di messa a fuoco" da una distanza minima all'infinito, questo spazio è chiamata "profondità di campo", e più il diaframma è aperto e più la messa a fuoco risulterà selettiva al solo soggetto che vogliamo riprendere, più sarà chiuso invece e più avremo particolari della fotografia a fuoco insieme al nostro soggetto, esiste anche un’altra applicazione della profondità di campo di un obbiettivo che si chiama “iperfocale” ma la vedremo più avanti. Vi sono a volte esigenze di "sfocatura" volontaria di uno sfondo e in questi casi si cerca volutamente di aprire molto il diaframma, spesso nel ritratto è molto usata questa tecnica per dare maggior risalto al soggetto da riprendere. |
Post n°2 pubblicato il 08 Luglio 2008 da il_fotografo64
Cominciamo con le basi della fotografia, e cioè come funziona un apparecchio fotografico dagli albori delle camere “obscure” fino ad arrivare ai giorni nostri con le più moderne e sofisticate reflex o compatte digitali. La conoscenza della fisica della “camera obscura” affonda le radici negli studi ottici degli antichi greci, tuttavia rimase inapplicata fino al rinascimento, quando gli artisti avvertirono la necessità di una rappresentazione più fedele della realtà. Nel corso del tempo la camera obscura assunse molte forme diverse: poteva essere una carrozza oscurata, una tenda o una scatola. Queste fotocamere furono l’anticamera dei moderni apparecchi che tutti noi utilizziamo oggigiorno. Le fotocamere a cassette scorrevoli non sono altro che la camera oscura di Kaspar Schott modificata per accogliere un supporto sensibile al posto del vetro su cui viene proiettata l'mmagine. Le due cassette, scorrevoli una dentro l'altra, permettono di variare la distanza fra la lente e il piano su cui si forma l'immagine, e quindi di mettere a fuoco la camera. Niépce, Daguerre e Talbot utilizzarono tutti fotocamere di questo tipo, magari con qualche curiosa variante: ad esempio quelle utilizzate da Talbot per i primi esperimenti ad annerimento diretto avevano un foro di ispezione, chiuso da un tappo, nella parte anteriore: i tempi di esposizione erano così lunghi che una sbirciata di verifica di tanto in tanto non arrecava nessun danno all'immagine. A questo punto possiamo concludere affermando che un apparecchio fotografico è composto da: Un corpo dove risiedono la maggior parte dei meccanismi che lo compongono, un obbiettivo che permette di focalizzare l'immagine da riprodurre prima di imprimere la fotografia sulla pellicola o sul sensore CCD o C-mos digitale. Nel corpo macchina risiedono i meccanismi principali che sono: L'otturatore e la scala dei tempi che lo regolano, la tendina che permette con l'apertura della stessa alla luce di impressionare la pellicola o il sensore, il diaframma che è quasi sempre contenuto nell'obbiettivo e che permette la regolazione della quantità di luce che entra, l'obbiettivo che attraverso le lenti permette di regolare la messa a fuoco delle immagini prima di scattare una fotografia, uno specchio e un pentaprisma ( nel caso di una reflex ) che raddrizzano e trasportano le immagini fino al mirino dove noi costruiamo l'immagine che vogliamo imprimere e infine un esposimetro che, leggendo la luce sul soggetto da fotografare, ci permetterà di utilizzare il corretto abbinamento tempo-diaframma in base alla luce esistente in una data situazione. |
Post n°1 pubblicato il 04 Luglio 2008 da il_fotografo64
Questo blog vuole essere una sorta di manuale di apprendimento dei rudimenti fondamentali della fotografia, ma non per coloro che accendono il loro apparecchietto e con un gesto fin troppo semplice inquadrando il soggetto di turno magari si compiacciono anche di come sono stati bravi, senza sapere peraltro cos'è e come funziona un apparecchio fotografico, le sue componenti fondamentali, la storia dagli albori alla tecnologia avanzatissima dei nostri giorni, insomma una specie di corso per chi vuole approfondire tecnica e di conseguenza andare molto al di la del semplice premere un pulsante di scatto... Cercherò di essere chiaro, conciso e di volta in volta offrire schemi ed esempi che spieghino in manera esaustiva tutto ciò di cui volete chiarimenti. Se avete dubbi o richieste anche di natura tecnica non esitate a farlo qui..:) Il fotografo |
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il 13/06/2012 alle 17:18
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