imagomentis

nel vano per le merci di un giorno piluccato dal linguaggio


     in questi giorni il cielo è in bilico come un bicchiere pienosul bordo di un ripiano inclinato ed io accovacciato in frettal’osservo scivolare un poco sbronzo e la sua luce di riflesso rossosbatte sul viso con una accuratezza elegante e si dilata attornocome un alone fertile d’immaginario che sembra una piastra sottile  e questa assenza insopportabile che si raggruma tra le dita vuoteè mitigata per combinazione da un’immagine sminuzzata sull’iridei cui frammenti appaiono nel quotidiano discepolo dell’inadeguatezzada quella data scritta da mani sovrumane oscene e gettata nei gorghidi un fiume sacro agli indù che scorre da millenni intoccabile al mare  ed è una solitudine inaccessibile tagliata a muso duro di vocabolosbattuta sulle cose a rabbonirle con l’ironia stridente del pensarein segmenti devoti senza divinità che aggreghino in spazi liturgicile imperfezioni del mondo sul limitare di coscienze incompiutenegli slum della memoria incipriati da una fluttuazione in versi  spulcio perciò le frasi come si fa con il pelame di un cane fulvoalla ricerca di qualche parassita e mentre guardo di traverso il cieloche barcolla irritato tra le nubi adocchio un taglio impercettibilesul ciglio dell’astro portentoso che lascia indovinare una volutapriva di diceria forse perché è indizio di un linguaggio che mi è ignoto  e nell’attesa mi ingentilisco l’inguine sui boccaporti della stravaganzadando noia ai sinonimi e agli avverbi per farne boudoir di sommelieralla faccia del tempo e dei miei muri sfacciati nei dintorni bianchiche asserragliano le pagine in ammassi e le cose funambole al soffittovischiose come quel flusso cedevole che cola dalle cosce appagate  e così  di nuovo scarabocchio mucchi di frasi cavate senza finte ragionidall’illusorio fragile universo del mio sussistere in chiosa di vocaboloabbarbicato al reale come un’erba semplice di muro dalle foglie giallecon le radici avviticchiate e sottili che non si sa dove scovino acquao come i verdi muschi densi e duttili sopra i tronchi disimparati dal sole