imagomentis

a mani nude in uno scroscio a cenni il mio discorso d’enfasi alle ombre


   nei dintorni dell’anima gremita c’erano gesti che si snodavano provvisoriin cavità taciute di percezione e di mania proprio sul cogliere profanatoredi una notte incredula agli occhi imbizzarriti e nel ricordo saccheggiatorenotavo le locuzioni farsi cose di acqua cristallina tra margini di cigliarisarcite dal disincanto agli incroci di strade alberate e fuochi immensi  ed una mano effusa scandagliava l’estremità cedevole dell’appariretra bagliori scarlatti di luci improvvise ed insaziabili sulla retina sbigottitacome riflessi sparsi da ombre oscene nelle crepe dei muri tratteggiatidalle dita sfuggenti sui lineamenti inclinati in curvature fitte d’ossessionenell’accostarsi inquieti per stropicciare ciò che resta dell’anima sul corpo  fuori dal tempo tutto questo accadeva quando gli dei distratti dal clamoresi rannicchiavano senza custodia nelle sinuosità inspiegabili dell’esistenzaridotta in pezzi dal quotidiano insistere dei sogni trasumanati dal lessicoe i fatti vuoti saturi di timore girovagavano al margine del nostro uscioimperfetto supplicando il reale di strapparsi dalle nostre estasi suggellate  il ripercorrersi a tratti è in ogni caso l’andatura mossa della cadenzaoscena tra due guanciali ammucchiati in un giaciglio sfregato con le ditaall’orizzonte di una reminiscenza fatta inclinare a spirale vorticosa di segninel ricominciamento in frantumi ammonticchiati dentro l’iride azzurramessa a soqquadro da un cristallo disgiunto ai bordi di una prima luce  con gli occhi semichiusi sminuzzo le mie frasi di corda sfilacciatacavando suoni increspati dalle sillabe recalcitranti alla compostezzae se qualcosa forse vogliono dire essa è racchiusa nel loro dispiegarsisui minareti allineati del mio bastione di terraglia esposta al sole a piccosulle guglie spinose di un linguaggio insorto alla cognizione della colpa  oppure disunirsi tra le fessure cedevoli di una femmina lucciolae lì cercare di scordare l’essenza in un oblio scavato a mani nudeper farne un’ammucchiata di memoria messa insieme all’eternodove  presente passato e futuro piroettano nella stradina buiadell’intelletto che fa rumore e in un rimando con lentezza cigola