imagomentis

idiogamico, divertissement impoetico del mattino


    tolgo le pulci ad un glossario di psicologia posato sulla parte sgombra del lettodalla mia mano crollata a notte fondacon lo sguardo sigillo tinto d’azzurro e l’occhio cade su questa parola scorsa anni fa nel brulichio dei lemmiquando nei libri volevo rintracciare la sapienza del mondo adesso nell’esistere scordatain strafottenza all’esseresenza rimorso né ripensamento  idiogamico ovverosoggetto in grado di avererapporti sessuali solo con una o pochedonne particolari mentre in tutti gli altri casi manifesta impotenza appena sveglio e prima del caffè questo incipit librescoè un caos lessicalemisto all’esisteree ci vorrebbe un goccio per diluirne l’impatto perché al mattino è un classico maschilel’erezione spontanea e con un libro non è la stessa cosaanche se a volte certe pagine apertesembrano allegorie di cosce schiuse di femminaproprio sull’occhio a sublimare i sensi i nessi logici si avviano ad impastare il lessicoed incomincio un gioco di linguaggio e memoria donne particolari dice il testosenza specificare e senza femmine accanto,donne indistinte? manifesta impotenza a ben guardare stamani non parrebbe manifestare ovvero rendere noto ma a chi e cosa? alla femmina che non è particolare? sarebbe come dirle bella miadato che sei banale non si fottenon ho potenza da darti  come se l’evidenza fosse la vera forza chissà perché non c’è il relativo femmineo di impotenza?  magari frigida ma non è il femminile di impotente frigido potrebbe essere ma sa di checcao di nome di cane  femmina impotenteha un non so che di tenerorassicurante maschio frigido inveceè una farsa di lessicouno spasso così prima del caffè guardo la minchianella sua forma propria mattinierache le consorti sanno sul suono della sveglia anticipataforse di un quarto d’ora giusto il tempo che servealla sveltina della prima lucericonciliante e nel frattempo il lessico ha smorzatola mia potenza simbolica in metafora e assenza posso per questo senza sforzo alzarmi e prepararmi il caffè  perché la vera forza è quella che non si usa