imagomentis

al bar del vino e altrove


 come un vulcano erutta il magma incandescente nel  cervello s'espande il ricordo improvviso  ed è l’assenza che mastica ciò che resta del cuore perciò mi guardo attorno e c’è una bottiglia nuova, di jd, a sostare sul tavolo, tra i libri sparsi e i fogli l’acchiappo svelto e torno alla tastiera per scrivere minchiate con un altro nick il blues fa il suo dovere e la bottiglia si spoglia del suo giallo ambratoil tempo scorre senza una logica che non sia quella dell’ebbrezza e nella mia solitudine, in questa stanza manchevole di femmine, non ho da dare conto a nessuno i pensieri diventano parole scritte, innocue, fatte a pezzi da una rabbia attutita, smorzata a tratti dall’ironia solitaria che mi calma fuori fa un po’ di freddo inusuale e l’alcool, allegramente, lo attenua in questo fluire matto, senza clessidra, un amico mi chiama e decidiamo di andare a bere in centro per strada dico di voler rivedere un culo da collezione lui accetta, perciò ci incamminiamo verso il locale gli parlo un po’ di un mio innamoramento trasversale, nuovo di zecca,  fatto però di cenni divertiti agli occhi e di rimandi smorzati alle parole e ai gesti, senza quel privilegio muto del toccarsi  ma lei è una sposa con un figlio e un marito ed io non sono abituato a fottermene della morale, eppure c’è un po' di roba anarchica che vortica nella mia testa di comunista ereticolui se la ride perché ci è già passato così, ciarlando ironici, giungiamo al bar del vinosaluti ai conoscenti e battutacce a iosa prima di accomodarci a un tavolino con le nostre birracce fresche e alla spina e due porzioni di bruschetta al pomodoro e all’aglio a fare da cornicedal fondo di quel vicolo alberato lei finalmente arriva, ma non di spalle ed il suo culo non si fa vedereil mio amico sornione le dice che sono innamorato e lei si siede al nostro tavolo poggiando sul ripiano il suo pacchetto di sigarette e invita una sua amica con un cane a chiacchierare con noile guardo il viso e gli occhi, agili e vispi, ora disabitati dall’inquietudine, e tuttavia ribelli, ed il suo corpo, minuto e snellome la rammento, irrequieta, a bere e a dire di sé stessa senza pudore a me che, frantumato dai bicchieri vuotati, l’ascoltavo insinuare tra le parole tutto il suo essere madre e donna separata, in rivolta col mondo e compagna, come il mio amico ed iole accenno alla faccenda, una storia abbozzata non concreta, agli inizi, un po’ opaca, con questa femmina, che mi asserraglia perché ad un poco di valore etico ci tengo e mi risponde che all’amore ho già dato, che non ho nulla da perdere, che un’amante è meglio di una moglie, che un amante ha dell’amante i suoi momenti migliori,che non la devo sopportare tutto il tempo e se una donna ci sta è solo perché lascia passare un altro nel suo mondoio le rispondo che la morale è come l’anima, una volta mollata tutto prosegue come nell’entropiapoi dà al mio amico chiavi e libretto della sua macchina e ci invita a raggiungerle in un locale dove si suona jazz si allontana e finalmente posso adocchiarle il culoguardo il mio amico che si diverte a vedere la mia faccia sorpresa da quel tempismo imprevisto delle sue risposte e mi dice che finalmente un po’ d’umanità traspare dal mio esisterecosì finiamo i due boccali di birra e andiamo a prendere la macchinail locale è nei pressi di una piazza con un castello normanno che la sovrasta entriamo e un sax fa uscire le sue note acutesbircio il bancone e noto buone bottiglie e questo mi rassicuraci fanno segno e ci avviciniamosul tavolino ci sono due bicchieri di un ottimo valpolicellaordino una bottiglia dello stesso vino e mi avvicino al banconec’è un buon torbato il bushmills e ne prendo un bicchierene offro un po’ a quella femmina e lei mi dice che non vuole mischiare ma mi lascia bere in pace senza storcere il nasoil cane è un trovatello un po’ vecchiotto e facciamo subito amiciziail mio amico chiacchiera e ride e si scola il suo vinofinisco il torbato e riempio un calice di valpolicella e chiacchiero guardando quella gran bella femmina con stuporeha gli occhi agili e scuri i gesti nervosi e la risposta pronta del suo culo ho già detto del seno piccolino e sodo no, lo dico ora domani penso avrò un’altra cena lucida dove tra gli altri ritroverò una donna che conterà i miei bicchieri questa se ne strafotte perché è una donna libera che paga le sue sceltel’altra vorrebbe esserlo ma è imbrogliata in una gabbia nido che la protegge, eppure tutte e due sono donne inquieteusciamo in strada a fumare le nostre sigarette e a ridere di noi ed al ritorno nel locale mi scolo un altro bushmille e mi siedo accanto a questa femmina nervosavorrei cingerle il corpo con il mio braccio e sorriderle per sconciarla un po’ripenso alle mie storie e non ricordo come siano iniziate, chi ha fatto il primo gesto quello che appiccica i corpi, perciò scaccio il toccarsisono un po’ sbronzo quando ritorno a casa  a notte fonda e le due donne si sovrappongono nell’iride disgiunta al mio pensaremeglio così mi dico, dopo anni di sentimento dissolto nel reale torna di nuovo una femmina a porsi accanto al mio ioma prima di dormire punto la sveglia per il mio urto col mondo l’indomani questa notte però me ne strafotto e voglio dedicarla ai miei pensieri quasi mai innamorati e per portare a compimento il gioco, dalla bottiglia mi scolo un sorso di jack daniels, e per un po’ la memoria si placapoi m’addormento col lato destro del mio letto vuoto