imagomentis

sei graspi di frasi, in forma di versi


 Uno: tracce di muschio sulla pellegocce amare e dolci su foglie d’eucalipto al centro di una quadruplice lanterna accesa lasciano scuri segni di pece sulle labbra che si tingono inalterate nel mio precipiziola mia foce antica d’espedienti s’avvinghia forte e si disseta chiaratra capezzoli rosa di bruni pigmenti sazia nel delta d’orizzonti opachi poi mite solo al binomio del muschio si espone ai raggi di una luna assolata e si acconsente mistica ed attenta multipla e difforme e infine oscena Due: pulviscoli circolarile immagini si frantumano ambigue tra le gabbie fitte degli occhi incerti ultimi gli occhi raccolgono in fretta suoni leggeri di tocchi acquosiche si distillano lentamentein canestri violacei di varie formee le possibili atmosfere apparentitra neri assiomi e bianche assonometriesi dileguano languide senza armoniavorrei sfiorare il perimetro del tuo profilo reciso non raggiunto in tempo dal senso tattiledei miei polpastrelli adagiatirosso purpureo e bianco appiccicoso intatte tracce dei colori obliqui sulle strisce arrossate della tua pelle Tre: tutu rimbalzi e zampillie sei la mia memoriaio sono il tuo ricordo estremoche si frantuma tra lame di fumo Quattro: quasi come sfiorarsicaffè ristretto nella tazzina stintapiena di panna bianca fino all’orlostamani tra le dita appisolatetenevo in bilico sulle labbra umideper cancellare il sonno alla finestracol vetro acceso da un cielo vicinoho visto un uomo con le mani attentesopra una scala a pioli e sopra un filoi panni stesi che una donna incisanel cortiletto povero di pietrain un catino di plastica azzurrinatoccava appena con le mani rosae poi sul vetro ho rivisto il mio visoappiccicato lì sulla finestraCinque: ruvido al toccoin calce all’angolo di un marciapiede di terra smossa e nero asfalto grattatoper caso un foglio accartocciato giacee sfiora il piede e la mia attenzionesi ferma pallida tra l’immondiziacon mano incerta colgo quelle frasiche leggo appena come tra le ditail fumo grigio di una sigarettafruga in volute l’aria della serache mi ricorda l’anima assediatanel corpo arso di sudore e di seteSei: il segno del sottinteso reso opaco il sogno succoso millimetrico gioco al rialzo tra l’ostilità di derma e di granosi scioglie e suscita sopita alla basela piega mistica del ginocchionel suo incavo inalterato ascesain forma geometrica impazzitanei bassifondi noti di un orgasmo