come sarebbe bello sbatacchiare insiemel’aria scheletrica di questa nuova mattinatra il fumo confidente di una pipa accesae il fiato appiccicoso di un sonno impreciso un demone cromatico occultato tra muriingarbuglia grovigli pettinati dal tempo non dimezzarei rumori e le voci tra le scalfitturedei gestiresta appoggiataalla mia finestra in rivoli di pioggia immaginata senza avvenireun punto incustodito tra i nostri corpiè la cuna del sole gorgogliano di giustizia e di verità i vecchi compagni non saprei recitarela ragione del mio silenzio poesia e musicasi sovrappongononel dormiveglia le idee boccheggianoin una boscaglia di foglie giallee mucchi di memoriasi accatastano nelle piazze vuote da lontano sulla cima di un monterosso un vessillo sventolae lo sguardo si inumidisceal ricordo eppure questo bicchiere dall’albaha soltanto le traccedelle mie labbraperciò continuo a scriverequesti schizzi affrettati frugare tra le paroleè una fatica inutile puoi metterti controlucesolo di spalle? nel portacenere di terracotta azzurrabucce di arancia e cicche si ammonticchiano e non parlatemi di una rivoluzione in occidenteperché probabilmente non saprei come abbigliarmi questa musica intanto mi si appiccica agli occhie non c’è spazio per l’immaginazione ma claudio monteverdi mi riconcilia col mondoe mi accompagna tra i rumori del giornoa puntellare non so nemmeno se la sua musica t’incanterebbe posso nel frattempo preparare un caffè senza difetticon una sola goccia di liquore lasciata negli anfratti della mia cute spoglia di ideologia non di passionementre nel disincanto immagino il tuo scrollarti irrequieto in questo giorno disabitato e lento?