imagomentis

sole doppio al crepuscolo


 Cerco con occhi chiaritra il presente e il passato il tuo profilo estetico che si muove nel luogo secolare e liturgicodell’esistenza sciolta,dove si snuda tremula la parola sbrecciatadi forzatura e sfida, che non confida mai il suo suono tangibile e si raffina gocciata nella luce sommessa, intenta, un po’ per celia, nel pregare in effigie divinità dissolte, incise proprio alla base di una piramide egizia o sulla sommità di uno ziggurat antico, quando appare improvvisoquel bagliore paganomesso a dimora a forzanel territorio incluso della rocca tra i templi di venere e di marte, o nel basalto duro di una basilica gotica nella foresta nerao vicino ad un tempio nella giungla piovosa.Eppure nel tratteggiodi quel profilo incompletovedo elevarsi da una profeziaun minuzioso essere che ti è simile in tutte le sue parti profonde, un po’ alla volta schiusenelle schegge interrate del mio avvertire occlusoda segni antichi in ritodi alcova e di sacrario, che questo corpo assurdolascia andare lontano,indifferente al tempo,mendicante o patrizio,essenzialmente avvolto in luminosi intreccitra le mani smembratedi un io diviso e libero che non toglie né prende.Povera cosa è l’animaspoglia del tocco pienoche sfiora appena i corpiin un talamo rossointrecciato di gestie di labbra corrosedalle mani agitateal calare di lunasui raggi sostenutidalla costa di notte:fumo nero su rocciaabbagliata da un’onda e sabbia calda sparsaper lambire le stellea picco sul respiroche ti giunge distesose scuoto in me le lamine del tempo e del ricordo.In questi miei pensieri fuggitivi tra i cenni,seguo, sospeso al giogo dei nostri sensi accesi, la tua immagine lievein me che resto vuoto,tra la penombra priva della presenza pura,vaga nella mancanzae nell’assenza nitida.