imagomentis

monologo in tre atti prologo


si apre il sipario. silenzioUn uomo è seduto ad un tavolo di legno in un angolo della scena. Su un foglio bianco senza cornice, appeso al muro, quasi alle sue spalle, è disegnata, con pennellate rosse e spesse, una maschera precolombiana o africana. Sopra la sua testa c’è una tettoia bassa che sembra un soffitto. Basta alzarsi in piedi e allungare un poco le braccia per riuscire a toccarla. Alla sua sinistra c’è uno specchio antichissimo, poggiato sopra un basamento di marmo bianco. In un angolo c'è un tavolinetto e una piccola sedia vuota. Sul ripiano, pieno di polvere, una vecchia olivetti e un vaso si ceramica azzurra con dei fiori appassiti, una scatola di tabacco e tre o quattro pipe di varie forme. In una poltrona, acciambellato, riposa un vecchio gatto tigrato. In una piccola gabbia due piccole scimmie, legate ad una catenella, si agitano e fanno smorfie. Il maschietto ha un cappellino di plastica verde sulla testa e al collo, intonata, una farfallina di stoffa. La femminuccia indossa una gonnellina fucsia e due orecchini di vetro scintillante, agganciati ai lobi. Molti libri sono sparsi per terra, come gettati a caso e con furia. Alcuni senza copertina, altri scompaginati. La musica, che varia di genere, proviene da due altoparlanti poggiati sul pavimento e ai lati della stanza. Ci sono fogli di carta, scritti a mano o stampati, e bottiglie dappertutto. Sul suo tavolo, una bottiglia di JD e un bicchiere, tanti pacchetti di sigarette e un portacenere ampio pieno di cicche. C’è anche un pc portatile e una stampante.  L’uomo sta bevendo e fumando. Alle sue spalle una libreria con pochi libri e alcuno cd. In alto c'è uno striscione da corteo illuminato da un faro. Contiene, su uno sfondo bianco, alcune parole scritte a mano col colore rosso spruzzato da una bomboletta spray. Forse non è uno striscione. È un lenzuolo tagliato a metà che racchiude il titolo dell’atto. E ogni volta cambia. Lo scenario resta lo stesso. Immobile. Si muovono solo le pagine, che ogni tanto strusciano, e le bottiglie vuote, che ogni tanto cozzano. E qualche volta si muove anche l’uomo.