imagomentis

e c'è un camino acceso


  e c'è un camino accesotra ventanniio vecchioprobabilmente a bruciare paroletra i legni antichidi un ulivo tagliatooppure mutoe solo i gesti a diredi me stessotu viva e allegraa ricercar l'essenzacon la tua testa duradivertitaquarantenne pensosabella come una prugnao come un grappolo d'uvasotto quel sole buonoed implacabiledella mia terraed io pago dell'esserea darti le mie cosee i miei segretisenza pensarci troppoe finalmente il riposocon la certezzadella confidenzae dell'amoreche mutosi mette insiemeogni giornocome un mosaicosugli occhie finalmente dopo l'esisterepoter dire a se stessiad un passo dal compiereho finalmente dato,ho nonostante mepassato il testimonebuio del pensarea chi sa farne luceinvecetra ventanni il nienteovvero un tutto incompiutoe quella rabbia inutileche insistesenza di te a compierel'ultimatum vuotodella mia transumanzae questi libri ammassatio questa musica sordao le parole che ancorachissà perché riscrivoche adesso brucereisenza battere cigliosu questi sogniad occhi chiusiripetuti per teper la tua conoscenzaquando eri quia rendere vivo il mio tempoed era gioia tra i cennied allegriae c'è persinotra ventanniun figlio che t'appartieneod una figlia a crescerenel dubbio interminabileche t'avrei lasciato ad educareperché insiemene avremmo fatto un uomood una donnadegni d'esisterein tolleranza e rigoreed ironialiberi e consapevolie premurosise guardo benetra i nostri fogli c'èpersino un poemaa quattro mani scrittonelle pause del ventoche t'assomigliaeppurea ben guardareanime monche siamoin forzatureincollate dai sensisull'esistereora che guardo il mondocon i tuoi occhie se respiroè il tuo fiato che passaa raccontare dell'esserecome una visitainattesacome un fioreche sbocciasolo sotto la lucefievoledi un tramontosul marequi tutto beneal solito il tempo passacome un'occhiata sul fiumee ti racconto di mecome promessocon l'occhio asciuttoma tu non guardare il mio visoperché fa caldo quie quelle gocce che scivolanonon sono lacrimeprobabilmente scrivosenza il male d'esistereper narrarti di medopo di te che hai sceltodi precedermiin questo tao insondabilefuori del tempovecchia battaglia quellatra l'umano doloreassurdo e l'ironiache combattemmo insiemetu nel tuo altroveed io nel mio stupore ad inseguireil tuo folle ondeggiaretra l'infinito e l'esserecome se fosseun ennesimo abbaglio degli dei