Essere se stessi

La poesia della Vanoni


Un sorriso dentro al pianto E adesso che dovrei posare per l'ennesima fotografiaSai dirmi tu per caso la migliore inquadratura quale sia?Ormai che con un selfie fai vedere tutto a tutti e così siaCe la incorniciamoO la butto via?Parole sulle note sono state la migliore compagniaPer affrontare la stupidità abbiamo ancora l'allegriaSe il cielo concedesse un po' di grazia ad ogni anima quaggiùIo sarei una santaAnima che cantaChe canta in equilibrio sopra un'emozioneChe capovolge l'esistenza alle personeChe non si può spiegare fino in fondo ma che resta in fondo al cuoreIo sono tutto l'amore che ho datoTutto l'amore incondizionatoL'imbarazzo dietro al vantoUn sorriso dentro al piantoIo sono tutto l'amore che ho datoMare in tempesta e cielo stellatoPoco prima di uno schiantoUn sorriso dentro al piantoE adesso che mi chiedi di sorridere vorrei dimenticareFerite da leccare e grandi amori solo da desiderareSe l'universo scomparisse in un istante e non ci fosse piùIo sicuramente resterei per semprePer sempre in equilibrio sopra un'emozioneChe capovolge l'esistenza alle personeChe non si può spiegare fino in fondo ma che resta in fondo al cuoreIo sono tutto l'amore che ho datoTutto l'amore incondizionatoL'imbarazzo dietro al vantoUn sorriso dentro al piantoIo sono tutto l'amore che ho datoMare in tempesta e cielo stellatoPoco prima di uno schiantoUn sorriso dentro al piantoE adesso che mi chiedi di sorridere vorrei dimenticare "Un sorriso dentro al pianto" segna il ritorno della voce più elegante e dell'anima più sensibile della musica italiana. A 86 anni Ornella Vanoni è pronta a rimettersi in gioco con un nuovo album di inediti dal titolo "Unica", in uscita il 29 gennaio .Questo singolo che anticipa l'uscita del disco e scritto in collaborazione da Pacifico e Francesco Gabbani, è un'elogio alla verità, quella dell'artista. La capacità interpretativa di Ornella, ancora una volta, da vita al talento innato di cantare di sé con naturalezza e semplicità.L'arrangiamento del brano ripercorre l'orchestrazione classica della musica leggera italiana: ogni strumento ha l'obiettivo di interpretare il pensiero dell'artista, rappresentandone al meglio ogni sfumatura. La maestria di Pacifico e la "penna fresca" di Gabbani formano una commistione perfetta di sentimento e immediatezza, raccontando al meglio una storia, o meglio, un'emozione.Dalle prime parole, magistralmente. E' un selfie, infatti, la prima fra tutte: quell'istante in cui ci si ferma per immortalare un sorriso, o una ruga, spunto per tornare indietro con la mente e ripercorrere ogni sentimento. Si ascolta l'ironia grazie a parole delicate ma che lasciano un sorriso, perché "se il cielo concedesse un po' di grazia ad ogni anima quaggiù, io sarei una Santa, anima che canta". L'accettazione dei propri limiti, della "stupidità", si contrappongono alla bellezza di un passato così amabilmente ricamato e prezioso.Il ritornello è un "grido" di gioia nell' aprirsi con sincerità a chi ascolta. Una confessione intima ma aiutata dall'apertura dell'arrangiamento, quella di Ornella Vanoni. "Io sono tutto l'amore che ho dato" è la frase che entra dentro al cuore immediatamente e che racchiude tutta la bellezza di questa canzone. Non è "io sono tutto l'amore del mondo" ma "sono tutto l' amore che ho dato", vale a dire "sono quella che sono, in ogni momento".Disarmante come la più dolce delle verità non si può non ascoltare questa canzone prescindendo dall'artista, dalla persona, e dalla sua età anagrafica che racchiude in sé esperienza ma soprattutto musica, coraggio e verità.Resta sempre vivo in ognuno di noi il momento prima di un'arresa, o prima dello "schianto", come appunto, "un sorriso dentro a un pianto". C'è sempre per Ornella Vanoni il momento in cui passa via ogni tempesta e si smette di aver paura, si guarda un cielo stellato e si sorride, con una lacrima che rigando il volto, diventa speranza. Sono le emozioni che, quando tutto finisce, resteranno per sempre. "Per sempre" come la musica di Ornella Vanoni che ancora oggi è capace di regalarci il meglio. Alla fine però, con quel pizzico di cinismo che la rende unica, "adesso che mi chiedi di sorridere, vorrei dimenticare", conclude questa "grande bellezza" con un sorriso malizioso, il sorriso di Ornella Vanoni.