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Fair play: dal calcio alle Olimpiadi


L'importante non è vincere, ma partecipare con spirito vincente - P. De CubertinQuello che mi ha colpito di più nelle recenti olimpiadi è lo spirito e il rispetto verso l'avversario. Si, in uno sport praticato ad alti livelli e dove il risultato è affidato a giudici esterni ci possono essere delle contestazioni, ma non ho mai visto gesti sconsiderati o strascichi polemici al termine di una gara olimpica. Anzi, terminata una qualsiasi gara sono rimasto favorevolmente colpito dal fatto che ciascun atleta si complimentasse con il preparatore dell'avversario.E poi che dire degli spalti: tifosi di nazionalità diverse tutti seduti insieme, e senza transenne a separarli, ognuno a tifare per la propria squadra.Fa male vedere che nel calcio italiano tutto ciò non accade. Troppi soldi in gioco? Forse, ma è inaccettabile che al termine della partita di Supercoppa tra Napoli e Juventus, il Napoli sconfitto rinunci, polemicamente, a presenziare alla premiazione dell'avversario.Così com'è assurdo che Zeman, allenatore della Roma, metta becco nelle sentenze che riguardano altre società di calcio e altri colleghi allenatori (Conte, allenatore Juventus). E' assurdo infine che la Juventus continui a parlare di 30 scudetti vinti dal momento che ci sono sentenze che parlano chiaro.Rispetto per le proteste civili, ma sarebbe utile che si rispettasse per primo l'avversario e la sconfitta. Ecco impariamo a perdere: solo così si diventa forti. E questa credo sia una lezione di vita, non solo di sport.Amoon