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Egitto e la democrazia presa a Morsi


Chiamandomi Amoon e facendo riferimento al mio amato Egitto, non posso tacere ancora una volta di fronte a quello che sta accadendo nel Paese Africano.Ieri sera un colpo di stato dei militari ha di fatto destituito il premier Morsi da ogni incarico, abolito la Costituzione e messo come leader provvisorio il presidente della Corte Costituzionale Adli Mansour.Morsi venne eletto democraticamente circa 1 anno fa nelle file de partito Fratelli Musulmani: solo il nome fa capire il chiaro riferimento non laico del movimento politico che, già ai tempi del Re Mubarak, si era più volte scagliato contro la volgarità fatta a forma di donna.A Morsi viene imputato il fatto di aver svuotato la Costituzione con assurde norme che gli hanno permesso di accentrare a se troppo potere: l'ultima in ordine cronologico una legge che permetteva al premier ampi poteri giudiziari, rendendo così non impugnabili i suoi decreti. Non so voi ma io in tutto questo ci vedo un forte parallelismo con l'Italia, ma non è questo il punto.Il punto è che difatto il mondo intero ha avallato un golpe ignorando l'elezione democatica di Morsi. Qualche giorno fa Obama chiese a Morsi di "ascoltare la piazza". La piazza voleva la "testa" di Morsi quindi fate un po' voi....Morsi è rimasto isolato a livello internazionale.Quello accaduto ieri crea un precedente di cui il prossimo premier Egiziano dovrà tenere conto: se la piazza insorgerà (anche se domenica scorsa piazza Tahrir si è riempita di 14 milioni di persone, cosa mai vista) sarà lecito un nuovo golpe in barba a qualsiasi regola democratica.
Certo la democrazia egiziana è ancora giovane, però parliamoci chiaramente: quanto un governo non islamico può far comodo ad un'America che vede nell'Egitto un alleato ma anche un punto logistico fondamentale? Le giovani democrazie dovrebbero essere laiche, i politici devono fare i politici e la religione deve fare Chiesa non certo politica. Che l'Egitto trovi presto la sua strada.Amoon