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Chiuso per indignazione


«Non bisognerebbe concedere spazi simbolo della città a personaggi famosi e marchi vip che hanno rimediato condanne per fatti particolarmente odiosi in questo momento di crisi economica come l’evasione fiscale»Così l'assessore al commercio del comune di Milano. E chissà perchè le sue parole hanno suscitato la rabbia di Stefano Gabbana che subito dopo aver twittato "Comune fate schifo" ha deciso di chiudere temporaneamente tutti i negozi del gruppo Dolce&Gabbana: negozi di vestiti, edicola, bar e barbiere."Chiuso per indignazione" il cartello avvertiva i passanti della singolare protesta andata avanti per tutto il week end. Certo Dolce e Gabbana sono stati condannati per evasione fiscale (19 giugno) solo in primo grado e dovrebbe valere per loro la presunzione di innocenza.Nei giorni successivi alla protesta molti tweet pro e contro i due stilisti. Anche la politica, che oggi ci fa sapere che ci sono cose più importanti che varare una legge contro l'omofobia (qualcuno ha proposto una moratoria sui temi etici), riesce a trovare il tempo per schierarsi. Pensate Santanchè, ma anche Maroni, ad esprimere solidarietà verso i due stilisti.Penso che quando si saprà la verità e nel caso, se verranno condannati, una volta sanati con la giustizia i reati di evasione fiscale, chiunque abbia poi il diritto di essere riabilitato, anche se si chiamano Dolce e Gabbana. A mio avviso i due al momento, vista comunque una condanna in primo grado, avrebbero dovuto tenere un profilo più basso....ma si sa, noi gay siamo sempre esuberanti.Ma come mai nessuno, pur esprimendo solidarietà verso Dolce e Gabbana, ha comunque sottolineato che l'evasione fiscale è un reato e che le tasse vanno pagate se si vogliono reclamare diritti?In Italia vige la regola per cui, essendo un paese molto tassato, chi evade il fisco oltre ad essere giustificato viene visto anche come martire/perseguitato. Stranezze italianeBuongiorno Amoon