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No comment


"Qualcuno più importante di me dovrebbe chiedervi scusa per la disattenzione, la freddezza e le dimenticanze (della Chiesa, ndr). Io, invece, vi dico grazie – ha aggiunto il prete dal pulpito del santuario di Santa Rita – perché con la vostra ostinazione ci avete dato la possibilità di pensare a una Chiesa che non lascia indietro nessuno".Queste che avete letto non sono le mie parole, ma le parole di Don Carrega delegato del vescovo di Torino Nosiglia e pronunciate sul pulpito della splendida chiesa di Santa Rita durante l'omelia funebre per Franco. Franco lo ricorderete (leggi qui) è mancato qualche giorno fa e la sua storia fatta di amore gay si è conclusa positivamente con Gianni grazie alla legge sulle unioni civili.Parole insperate della Chiesa ma isolate. Per conto di chi parla don Carrega? Forse a titolo personale perchè le sue parole hanno rimbombato in sacrestia al punto che il vescovo di Torino interpellato sulla questione ha detto "No comment".Molte però sono le lettere arrivate in diocesi: Franco e Gianni erano credenti e spesso il problema principale degli omosessuali cattolici è proprio quello di vivere dentro una Chiesa che vorrebbero madre e invece verso di loro si comporta come matrigna.Vorrei che si rispettassero le scelte di tutti: essere gay non significa essere ateo o agnostico. Sono tanti, me compreso, i gay cattolici. Molti di questi, non tutti per fortuna, vivono con disagio le posizioni della Chiesa. Nosiglia promette risposte alle lettere che arrivano sul prossimo numero del giornale della diocesi.Che da Torino parta l'apertura della Chiesa verso un universo rainbow?Amoon