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Si chiude una porta


In questa settimana diverse cose sono successe.Un tira e molla con i miei ex capi per il trasferimento di materiale nella mia nuova sede alla chiusura definitiva del rapporto col vecchio ufficio. Martedì, sollecitato dal responsabile del personale, sono dovuto rientrare nel vecchio ufficio per portare via le cose e liberare la scrivania.E' stato tutto così rapido che se ci penso ancora non mi sembra vero. Il viaggio di andata con relativo incidente in tangenziale e la coda per curiosi che mi ha bloccato per un'ora, l'arrivo in ufficio e i volti dei colleghi tutti impegnati (chissà perchè) a liberare armadi e portare via le cose vecchie. Entrando in quelle stanze che mi hanno visto crescere non ho potuto fare a meno di capire che si respirava un'aria diversa: di rassegnazione, di cambiamento non necessariamente in positivo, di incertezza. Dagli occhi di qualcuno è trapelato anche il dispiacere per il mio trasferimento.E mi ha fatto piacere vedere tutti verso l'ora di pranzo venire a mangiare una fetta di torta portata per salutare chi è stato collega per 15 anni: due pastiere, una torta cioccolato e noci e una crostata. Spumante per brindare non si sa bene a cosa e poi via, di nuovo direzione Torino, con l'auto carica di cose. Pensavo a quelle strate percorse per 15 anni...Ora sto cercando di ambientarmi qui, non è facile ma credo che lo diventerà di più non appena si chiuderà definitivamente il rapporto con il vecchio lavoro (il 15 febbraio).Insomma 15 è un numero che si ripete: che faccio me lo gioco al lotto?Amoon