Imperfezioni

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Ossigeno

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Avevamo persino dimenticato di pagare il caffè al bar della stazione, tanto era forte l'emozione di quell'incontro.
Il treno non si era ancora fermato al binario ma un urlo di felicità sovrastava lo stridere dei freni sulle rotaie di quella piccola stazione ferroviaria.
Non poteva che essere lei è stato il commento all'unisono mio e di mia figlia. 
Sorridente, emozionata, agitata,  Nina è scesa dal treno saltellando, vestita di verde e lillà, tra sorrisi, lacrime e stupore.  
Mi abbracciava come non mi aveva mai abbracciata nessuno. Ci guardava, urlava, ci abbracciava, ci guardava, urlava, ci abbracciava. Lo smalto di Giovanni Rana, in tinta con la sua maglietta verde era perfetto!
Nina in technicolor. Nina supersister!
Nina, la mia bolla di sapore, la mia compagna di viaggi mentali e musicali di questi ultimi due anni era proprio li, davanti a noi, in tutto il suo splendore.
Dopo qualche ora la sua esuberanza aveva già contagiato anche noi.
Io che rido poco, parlo piano, che mi muovo silenziosamente, che sto un po' sulle mie e vesto sempre di nero, dopo qualche ora indossavo pantaloni rossi, ridevo in continuazione, mi facevo fotografare a raffica tra gelati, churriti e gustose crepes fatte in casa. Un vortice di zucchero dalla Lombardia al Kenya (gusto cioccolato e caffè) 
E poi la crociera notturna sul lago: un minuto e quindici secondi da uno scalo all'altro, per approdare sull'isola misteriosa. A Montisola non c'era anima viva. Solo noi e le nostre risate che riecheggiavano nel buio. Un'esperienza unica.
La notte di chiacchiere e confidenze come quando da piccola inviti l'amica del cuore e ci si raccontano le proprie esperienze in segreto, a bassa voce.. 
Il giorno di passeggiate, di sole e fotografie.
Nina è stata il mio ossigeno, la mia aria fresca, quello di cui avevo proprio bisogno.
Non vedo l'ora che torni da me.

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 A presto, sister!

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